NOTE: Tratto da
un articolo di Motociclismo:
"FC2. Una moto a due facce. Una morbida, quasi
tormentata. L’altra pulita ed essenziale, caratterizzata
da linee tese. L’ha realizzata il friulano Ferruccio
Codutti modellando l’alluminio col martello.
FC2 non è una formula chimica o fisica, ma un acronimo
che si presta a più interpretazioni. FC sta per
Ferruccio Codutti, dal nome del suo creatore.
FC2. Come due facce
Ma ora questa nuova opera ha nome. E sta racchiuso
proprio in due lettere e un numero.
Però FC2 indica anche “due facce”. Dove le due visioni
laterali della moto sono completamente diverse l’una
dall’altra.
Riduttivamente potrebbe essere definita una
Streetfighter originale e futuristica. La sua
particolarità più lampante è che non è speculare. Cioè
il lato destro non è uguale al sinistro. La differenza
tra le due viste è netta e si riscontra in ogni
dettaglio.
La destra è nuda
Sul lato destro è completamente nuda e la meccanica si
sposa perfettamente con il telaio a traliccio e con le
forme aggressive. I tre collettori di scarico convergono
in uno già davanti al motore e il grosso tubo si snoda
sul lato destro, sopra il carter frizione per passare
attraverso il telaio, fino a sfociare in due lunghi
terminali a cono e controcono posizionati sotto il
codino.
Su questo lato tutto è improntato al minimalismo e
all’aggressività, dalla forma del cupolino alla capriata
di sostegno del parafango posteriore. Minimalismo alla
Codutti s’intende: volumi contenuti, ma finiture e
dettagli maniacali.
La sinistra è piena, futuristica
Sul lato opposto le forme sono più piene, eleganti,
futuristiche.
Il corto parafango anteriore da questo lato diventa più
avvolgente e abbraccia il fodero della forcella. Il
cupolino è tutto diverso, e si sviluppa come un
abbraccio che - come un’estensione del serbatoio -
avvolge l’avantreno.
Dimensioni importanti anche per la mascherina del
radiatore che si lega sia alla parte superiore sia,
idealmente, alla parte inferiore. Da qui continua in un
elaborato spoiler che, oltre a contenere la batteria, si
prolunga fin sotto il forcellone fungendo da paracatena
inferiore.
Il parafango posteriore che ingloba il carter catena è
un trionfo di forme ma mai pesanti, così come la
struttura scatolata che si prolunga tra i due scarichi
quale loro sostegno e termina inglobando il fanalino di
coda.
La scocca è un vero capolavoro, difficile da descrivere,
ma sicuramente molto più difficile da realizzare senza
disegni e con il solo ausilio del martello e della
lamiera di alluminio.
Codino e serbatoio sono tutt’ uno e il tappo di
rifornimento si trova sul lato destro del codino, poco
sopra l'oblò dove è scritta la parola “basta” in
friulano, a indicarne il livello massimo.
Sull’altro lato, nella scocca stessa, è ricavata
l’impugnatura, per sostenere la moto quando si mette sul
cavalletto.
Insomma: si fa prima a dire cosa è rimasto originale.
Perciò segnaliamo che, oltre al motore, sono di
derivazione Triumph il forcellone, le ruote e la
strumentazione. Tutto il resto è frutto delle martellate
sapienti di questo Thor nostrano: Ferruccio Codutti.
Ricordatevi questo nome."