1940 -
Bombardamento stabilimento Coventry
Nel mese di gennaio la
richiesta di mezzi militari da parte del governo inglese
è ridotta: Triumph può tornare a produrre anche
motociclette civili. La gamma Triumph del 1940 è
composta da nove modelli: oltre alla Speed Twin e Tiger
100 (con forcella anteriore rivista ed altre piccole
modifiche) sono disponibili i modelli monocilindrici a
valvole in testa 2H e 3H (De Luxe Model) e le Tiger 70 e
Tiger 80. Completano la gamma i modelli a valvole
laterali 6S (600cc), 3SE (350cc) e 5SE (500cc):
quest'ultimi due sono principalmente destinati
all’esportazione e sono sprovvisti del pannello porta
strumenti posizionato sul serbatoio.
Il prezzo di listino
subisce un aumento rispetto all'anno precedente a causa
della scarsa disponibilità delle materie prime. Durante
il conflitto viene razionalizzato anche il carburante:
alle pompe di rifornimento è disponibile un'unica
benzina povera di ottani. Per ridurre i consumi di
carburante la gamma 1940 è dotata di rapporti più lunghi
(pignone da 23 denti anziché 22), rapporto di
compressione ridotto a 6:1 (sia 5T che T100) e una
diversa regolazione dei carburatori. La 5T e la T100
condividono anche lo stesso serbatoio da 4 galloni (15,1
lt) ovviamente diversi nella verniciatura (il pannello
strumenti è ora metallico e non più in bachelite).
La Speed Twin si
distingue per il caratteristico colore amaranto, le
Tiger mantengono la loro caratteristica colorazione
"silver finish with blu line" mentre gli altri modelli
sono verniciati in nero con i filetti bianchi (filetti
dorati per le Model SE).
1940 - Pubblicità Triumph
USA
Nel mese di maggio il governo inglese requisisce per la
seconda volta la produzione Triumph: da luglio usciranno
da Coventry circa 300 motociclette alla settimana per il
mercato della guerra.
La prima parte del
conflitto con la Germania è in realtà meno cruento di
quanto previsto: i bombardamenti sono circoscritti ai
siti militari mentre le battaglie più accese sono quelle
aeree tra la RAF inglese e la Lufwaffe tedesca. Non
riuscendo a sconfiggere l'aviazione inglese, Hitler
decide di iniziare con i bombardamenti notturni: non
appena la prima bomba viene sganciata su Londra Winston
Churchill ordina di bombardare Berlino. Inizia così il
momento più cruento della guerra in cui ogni notte i
raid aerei tedeschi bombardano e distruggono intere
città inglesi. La notte tra il 14 e 15 novembre 1940
l'aviazione tedesca, con oltre 400 aerei, bombarda la
città di Coventry (che ricordiamo era uno dei più
importanti distretti industriali inglesi) radendone al
suolo una buona parte (oltre 46.000 edifici seriamente
danneggiati) e uccidendo più di 500 persone. Non si
salva nemmeno lo stabilimento Triumph che viene
completamente demolito: i primi 50 esemplari della
bicilindrica 3TW destinati all’esercito, imballati e
pronti per la spedizione, sono completamente distrutti.
L'unica 3TW sopravvissuta al bombardamento è ora
custodita al National Motor Museum di Beaulieu.
Bisognerà attendere il 1946 per vedere il successivo
Twin 350cc a valvole in testa.
1940 - Lo stabilimento di
Coventry dopo il bombardamento
Quasi la totalità della
documentazione tecnica Triumph è persa per sempre: gran
parte del materiale cartaceo, compreso l’archivio dei
disegni costruttivi, creato ed archiviato da Triumph
dall'inizio della sua storia è svanito per sempre.
Prototipi in fase di collaudo, materiali, attrezzature,
moto finite "in pronta consegna"... tutto distrutto!
Lo staff tecnico si
procura delle tavole da disegno per ricominciare a
lavorare, ma lo stabilimento continua ad essere
bombardato ad intervalli regolari. Dopo tre o quattro
tentativi, ogni volta con nuovi tavoli da disegno, si
decide di spostare temporaneamente gli uffici in alcuni
vecchi edifici della vecchia Benford Mortar Mix Company,
una ex-fonderia nei pressi di Warwick lungo il Grand
Union Canal (un canale che parte da Londra e arriva a
Birmingham), un luogo conosciuto come "The Cape". Tutti
i dipendenti, managers compresi, si rimboccano le
maniche e iniziano a spostare quanto recuperabile a
Warwick. L’ufficio commerciale di sposta in una cappella
adiacente all’ex-fonderia che verrà soprannominata “Tin
Tabernacle”.
1940 - Ufficio tecnico
nella sede temporanea di Warwick: Jack Wickes in primo
piano e Bert Hopwood in fondo
Il mercato americano
sarà di grande importanza per Triumph e, a dispetto di
quanto soleva dire Turner, negli USA il successo nelle
competizioni è il miglior modo per incrementare le
vendite “Win on Sunday and sell on Monday”: la
Tiger T100 si fa notare nei circuiti americani grazie
anche al pilota Bruce "Boo Boo" Pearson che vince
trentadue delle trentasei competizioni californiane
proprio in sella alla T100 e che dominerà la scena
californiana dal 1939 al 1941.
La gamma Triumph per il
1940 comprende:
Top Range: |
|
Speed Twin |
497cc, ohv, Twin |
Tiger 100 |
497cc, ohv, Twin
(sport version of Speed Twin) |
Tiger 80 |
343cc, ohv, 70mm
bore X 89mm stroke (ex Model 3/2) |
Tiger 70 |
249cc, ohv, 63mm
bore X 80mm stroke (ex Model L2/1) |
De Luxe Model: |
|
Model 6S |
598cc, s/v valve
(nuovo modello per sidecar) |
Model 3H |
343cc, ohv, 70mm
bore X 89mm stroke (Tiger 80 depotenziata) |
Model 2H |
249cc, ohv, 63mm
bore X 80mm stroke (Tiger 70 depotenziata) |
Export Only: |
|
Model 3SE |
343cc, side-valve,
Model 3S economica (C=Coil) (E= Export) (ex
Model 3SC) |
Model 5SE |
343cc, side-valve,
Model 3S economica (C=Coil) (E= Export) |
1941 – La sede
temporanea di Warwick
Una volta trasferito
nella sede provvisoria di Warwick il materiale
salvatosi dai bombardamenti, Triumph è in grado di
costruire le prime parti meccaniche (principalmente
ricambi per i mezzi militari) grazie alla memoria dei
tecnici, ai pochi disegni salvati in extremis da Jack
Wickes (che si trovava nei pressi dello stabilimento
al suono delle sirene), alle copie dei disegni
custoditi da qualche fornitore e grazie ai disegni
archiviati a casa di Turner. Una delle maggiori
difficoltà produttive da affrontare, vista la poca
attrezzatura disponibile e la mancanza dei vecchi
disegni, è la riproduzione dei pezzi di ricambio con
le stesse tolleranze dei pezzi originali.
Nel giugno del 1941 le
prime motociclette destinate all’esercito escono dallo
“stabilimento” di Warwick: in mancanza di un progetto
specifico per la fornitura militare (le attrezzature
ed i progetti della 3TW andarono persi in occasione
del bombardamento così come i primi 50 esemplari),
Triumph sviluppa velocemente il modello 3HW, in
sostanza la precedente Model 3H monocilindrica OHV
progettata a suo tempo da Val Page alla quale vengono
apportate poche varianti (eliminazione del filtro
aria, applicazione di una protezione per le valvole in
testa e poco altro). In aggiunta alla 3HW, anche la
precedente Model 3S a valvole laterali viene
convertita per uso militare con la denominazione 3SW.
1941 - Due tester
Triumph fotografati in sella alla 3HW escono da
Warwick davanti alla “Tin Tabernacle”
1942 - Produzione
temporanea nello "stabilimento" di Warwick
Nel luglio del 1941
viene posata la prima pietra del nuovo stabilimento
Triumph di Meriden e nel frattempo lo staff tecnico
ridisegna, praticamente da zero, la Speed Twin e la
Tiger 100 che saranno le prime motociclette ad essere
prodotte al termine conflitto mondiale.
Fino al 1944 quasi
l’intera produzione verrà dirottata alle forze
militari e poche motociclette saranno disponibili per
la vendita nei concessionari.
1942 – Nuovo
stabilimento di Meriden
Nel marzo del 1942
il nuovo stabilimento è pronto ed entro la fine
dell’anno tutto il personale, attrezzature,
magazzini e uffici sono spostati a Meriden: da
questo stabilimento usciranno le motociclette
Triumph fino al 1983. Molte delle attrezzature
recuperate da Coventry vengono riparate e rimesse in
funzione anche se superate e ancora mosse con un
sistema a cinghia “a soffitto” che distribuisce la
forza motrice alle varie postazioni di lavoro:
d’altra parte in tempo di guerra non c’erano molte
altre alternative per tornare a produrre il prima
possibile.
(in basso a destra
si nota la parte estesa successivamente)
Nuovo stabilimento
Triumph a Mediden
Tra Jack Stangers e
Edward Turner è in atto un braccio di ferro sin dal
1940 a causa della firma del nuovo contratto:
l’interminabile discussione sfocia nel licenziamento
di Turner il 23 luglio 1942.
Turner verrà
contattato poco dopo da James Leek (boss della BSA)
che gli offre il posto di direttore tecnico. Il
primo lavoro di Edward Turner in qualità di
direttore tecnico in BSA è la progettazione di un
modello bicilindrico 500cc a valvole laterali per
utilizzo militare: Sangster ordina a Bert Hopwood,
che nel frattempo è promosso a direttore tecnico
Triumph, di progettare un veicolo simile con
l’obbiettivo di avere il prototipo pronto entro due
mesi in modo da presentarlo alle forze militare
prima della BSA. Per Sangster è importante
presentare per primi il modello, i test di sviluppo
sarebbero stati eseguiti dopo la presentazione alla
stampa: il collaudatore Freddie Clarke è in sella al
prototipo della 5TW per i primi test su strada dopo
sole sette settimane dalla richiesta di Sangster!
Tra le varie idee
che Bert Hopwood, il nuovo direttore tecnico
Triumph, propone a Jack Sangster c’è anche il
programma di un quattro cilindri in linea molto
simile al tre cilindri della Trident che verrà
presentato vent’anni più tardi: il progetto prevede
un 700cc capace di 50 CV a 6500 rpm montato in
posizione trasversale: oggi questo layout è
praticamente utilizzato da quasi tutte le case
costruttrici ma negli anni ’40 era innovativo.
Questa idea non verrà mai realizzata a causa del
ritorno Edward Turner in Triumph l’anno successivo.
Model
5TW
A seguito
di una furiosa lite con Jack Sangster,
Edward Turner si licenzia e viene assunto
dalla BSA in qualità di capo progettista
dove inizia a disegnare un bicilindrico a
valvole laterali per l’esercito. Il posto
di direttore tecnico in Triumph viene
affidato a Bert Hopwood che, su richiesta
di Sangster il proprietario di Triumph,
inizia subito a progettare un nuovo
bicilindrico militare valvole laterali da
contrapporre al lavoro di Turner in BSA.
Questo primo progetto è conosciuto come
5TW.
Il motore
della 5TW utilizza basamento e albero
motore di derivazione 5T/Tiger100 ed un
inedito bicilindrico da 498cc (63 x 80 mm)
a valvole laterali. L’albero a camme è
posizionato sulla parte frontale del
basamento, mentre la dinamo è montata in
posizione convenzionale dietro al motore.
Una catena trasmette il movimento
dall’albero motore a questi due componenti
a differenza della Speed Twin dove sono
utilizzati gli ingranaggi. Tramite
l’albero a camme vengono comandate le
valvole laterali accessibili dal coperchio
posizionato nella parte frontale dei
cilindri. I cilindri sono in realtà
composti in un unico blocco di ghisa,
materiale utilizzato a causa della scarsa
reperibilità dell’alluminio. Il condotto
di aspirazione attraversa i due cilindri,
aiutando così il raffreddamento degli
stessi. La testa è monoblocco in ghisa con
rapporto di compressione 5:1. Il cambio,
separato, è un classico quattro rapporti
Triumph in sostituzione del precedente
cambio a tre rapporti progettato da Turner
per la 3HW e considerato troppo delicato
da Hopwood.
Il primo
prototipo del nuovo motore inizia a girare
al banco dopo sole sette settimane dalla
richiesta di Sangster e dopo 12 ore di
test il twin viene installato nel nuovo
telaio e affidato a Freddie Clarke per i
collaudi su strada.
La maggior
parte della ciclistica proviene dai
modelli pre-war tranne che per la forcella
anteriore telescopica montata per la prima
volta in un modello della casa inglese. Il
prototipo finito pesa 330lbs (150kg) circa
3kg in più rispetto alla 3HW. La nuova
bicilindrica è una motocicletta leggera,
semplice da condurre, di facile
manutenzione e con una velocità di
crociera media giornaliera superiore ai
90km/h.
Il 25 febbraio 1943 il prototipo è
presentato alla stampa presso il Grosvenor
Hotel di Londra, in anticipo rispetto al
prototipo della BSA, con il nome di 5TW:
non entrerà in produzione, ma servirà come
base di sviluppo per la futura TRW500 che
verrà presentata qualche anno dopo.
|
1943 –
Generatore di corrente R.A.F.
Il primo settembre del
1943 Edward Turner rientra in Triumph dopo aver
finalmente trovato un accordo con Sangster: sicuramente
l’ambiente di Triumph è più adatto al carattere di
Turner, qui infatti può gestire direttamente tutta
l’azienda, cosa non possibile in BSA dove Turner ebbe
qualche difficoltà nell’integrarsi in una realtà di
maggiori dimensioni con un sistema più strutturato e non
adatto ad un accentratore come lui.
Il governo inglese si
rivolge a Triumph per un progettare, e costruire, un
generatore di corrente trasportabile (vedi box
"Generatore di corrente R.A.F.") e successivamente un
argano, motorizzato con il bicilindrico della Speed
Twin, per un utilizzo navale (servirà per avvolgere il
cavo a cui è collegato un bersaglio mobile utilizzato
nei corsi militari).
Questi progetti,
alquanto inusuali per un’azienda produttrice di
motociclette, furono di grande aiuto per garantire, in
un periodo così difficile, una continuità della
produzione e di conseguenza delle entrate economiche di
Triumph.
Generatore
di corrente R.A.F.
Il governo
inglese si rivolge a Triumph per un
progettare un generatore di corrente da 6kW,
facilmente trasportabile da due persone,
capace di produrre energia sufficiente per
mettere in moto un motore d’aereo. IL
progetto Triumph prevede il motore
bicilindrico della Speed Twin,
opportunamente modificato, abbinato ad un
generatore. L’approccio di Turner è come
sempre energico e nel giro di tre mesi sono
pronti i primi prototipi mentre la
produzione inizia a distanza di sei mesi
dalla richiesta.
Il nuovo
motore viene sviluppato partendo dall’unità
della Speed Twin al quale gli ingranaggi
della distribuzione vengono posizionati nel
lato opposto rispetto al motore di partenza.
Per ridurre il peso del motore, il blocco
cilindri e la testa sono costruiti in lega
di alluminio. Vista la maggior difficoltà
nel fabbricare forme arrotondate, le alette
del cilindro sono disegnate con un profilo
più squadrato al posto delle più eleganti
forme arrotondate classiche dei motori
motociclistici: qualche anno dopo, le Grand
Prix e TR5 saranno facilmente riconoscibili
appunto per la forma caratteristica dei
cilindri!
1943 -
Generatore corrente Triumph
Il cilindro
presenta esternamente dei fori filettati per
il montaggio della copertura della ventola
di raffreddamento. Quest’ultima, costruita
in lega di magnesio, prende il moto
direttamente dall’albero motore e presenta
al centro un attacco per l’avviamento del
motore. La ventola è in grado di fornire
circa 12 m3 d’aria al minuto (a 4000
giri/min) la metà dei quali è destinato a
raffreddare la testa che, in ogni
condizione, deve rimanere sotto i 120 °C. Il
volume rimanente d’aria serve a raffreddare
la dinamo. Per ridurre le temperature della
parte inferiore del motore viene in aiuto la
pompa dell’olio che ha portata doppia
rispetto alla versione utilizzata sulla
Speed Twin. Il serbatoio dell’olio da 2,4 lt
è incorporato nella base del serbatoio della
benzina da 11,4 lt.
La
regolazione del regime di rotazione è
garantita all’interno del ± 5% grazie ad un
feedback ottenuto dalla misurazione del
numero dei giri dell’albero a cammes.
L’alimentazione del motore è affidata ad un
carburatore Zenith dotato di un filtro
d’aria prodotto dalla Vokes.
Le
dimensioni finali del generatore sono 76,5 x
60,3 x 44,5 cm con un peso complessivo (a
vuoto) di 79,4 kg. Questo generatore sarà
utilizzato dalla Royal Air Force in tutto il
mondo mentre il gruppo termico in alluminio
verrà utilizzato nelle future motociclette
da competizione stradali (Gran Prix) e da
fuoristrada (TR5 Trophy).
Generatore
corrente Triumph al Museo di Birmingham
|
1943 - Triumph Model
3HW pronte per l'esercito
1944 – JoMo
importatore USA
La fabbrica di Meriden è
concentrata nella produzione di attrezzature e veicoli
militari.
Edward Turner e Jack
Sangster guardano al futuro ed in particolare a come
sviluppare il promettente mercato USA dopo la rinuncia
di Reggie Pink di New York, precedente distributore
delle poche Triumph arrivate in USA, che firma un
contratto di vendita in esclusiva con Harley Davidson.
Dopo aver valutato varie
opzioni, e nonostante la richiesta di importazione
esclusiva da parte di Alfred "Rich" Child venditore
Harley-Davidson, Turner e Sangster si affidano alla
Johnson Motors “JoMo” di Bill Johnson che viene nominato
importatore e distributore ufficiale Triumph per
l’intero mercato americano nel novembre del 1944. Bill
Johnson era già in contatto con Edward Turner dal tempo
in cui quest'ultimo lavorava in Ariel, e aveva iniziato
ad importare le Triumph in California già dal 1937.
Negli anni questa scelta si rivelerà corretta: nel dopo
guerra infatti il mercato americano diventerà
fondamentale per Triumph.
Nel dicembre del 1944
Jack Sangster vende la Ariel al gruppo BSA per £375.000.
1945 - Forcella
idraulica telescopica
La qualità delle
motociclette Triumph, nonostante le difficoltà causate
dal conflitto, è sempre elevata. Ogni nuovo motore
“militare” viene provato al banco, smontato per
verificare che non ci siano anomalie e successivamente
rimontato ed installato nel telaio! Ogni moto è
corredata di un "certificato di collaudo" che garantisce
il superamento del collaudo.
Nonostante la
distruzione dello stabilimento di Coventry e tutte le
difficoltà che ne seguirono, nel corso della Seconda
guerra mondiale Triumph costruisce circa 49.700
motociclette, di cui 40.000 per l’esercito, alle quali
vanno aggiunti i generatori per la RAF e altre
attrezzature richieste dalle forze militari. In questo
sei anni di guerra il modello più costruito è la 3HW
mossa dal monocilindrico 350cc ohv di Val Page.
Solo nel luglio del 1945
Triumph, come le altre case produttrici di motociclette,
riceve il permesso di tornare alla produzione delle
motociclette civili: dalle linee di montaggio di Meriden
escono le versioni aggiornate della Speed Twin e della
Tiger 100.
1945 - Triumph Tiger 100
La novità più evidente
delle prime motociclette prodotte nel dopoguerra è la
nuova forcella idraulica telescopica, vista in anteprima
sulle BMW e sviluppata anche da Triumph per il modello
militare 5TW, che sostituisce la precedente “tipo
Girder”. Il vantaggio di questa nuova forcella,
oltre ad un’estetica più pulita, è il miglioramento
della maneggevolezza della moto. Dotata di frenatura
idraulica in entrambe le direzioni, la stessa forcella
utilizza molle differenti per adattarsi a tre diversi
modelli: 350cc solo, 500cc solo e 500cc sidecar. La
forcella telescopica progettata dall’ufficio tecnico
Triumph, dopo qualche iniziale problema di trafilamento,
si rivela un componente di ottima fattura tanto che fu
utilizzata da più di un pilota nelle moto da corsa di
altre marche come componente alternativo. La nuova
forcella è abbinata ad un fanale di diametro ridotto a
7” e a una nuova ruota con diametro ridotto a 19" (ma
con pneumatici maggiorati). Il comando del tachimetro è
spostato sulla ruota posteriore.
La rivista Motor Cycling
pubblica il 17 gennaio 1945 la prova della 5T Speed Twin
post-war comparandone le caratteristiche con il modello
pre-war del ’37-’39: grazie all’adozione della forcella
telescopica il comfort di guida e la tenuta di strada
migliorarono notevolmente. Le prestazioni registrate
sono inferiori a quelle del '39 a causa la benzina
povera di ottani disponibile nel primo dopo guerra:
velocità massima di 86,6 mph dopo il classico lancio di
un quarto di miglia. L’unico aspetto negativo segnalato
dei tester è lo spostamento del comando dell’aria dal
manubrio al carburatore (!).
Disponibile una nuova
versione del contachilometri che riporta, oltre alla
scala della velocità, anche una scala interna indicante
il numero di giri del motore in quarta marcia.
Un altro progetto di
questo periodo, basato sugli studi eseguiti prima dello
scoppio della Seconda guerra mondiale, è relativo a un
nuovo modello economico, sia nel prezzo di acquisto che
nei costi di gestione, dotato di protezioni contro le
intemperie e che sarebbe stato messo in commercio con il
marchio New Imperial. L’unico prototipo costruito,
denominato 3TU, oggi è visibile al National Motorcycles
Museum di Birmingham. Un altro progetto che non ha
superato la fase del prototipo è quello relativo ad un
bicilindrico a valvole laterali da 750cc progettato per
l'utilizzo in sidecar.
1945 - Prototipo Triumph
3TU
Grandi quantità di
motociclette usate durante la guerra, per la maggiora
parte Model 3HW e 3SW (a valvole laterali) sono
riverniciate e vendute per uso civile. In Italia le 3HW
militari abbandonate dall’esercito alleato, vengono
"civilizzate" ed utilizzate anche da alcuni piloti
italiani per competere nelle prime gare di motocross
organizzate nel nostro paese.
Nel catalogo Triumph del
1945 sono presenti le sole Speed Twin e Tiger T100.
1946 – TRW500 e
GRAND PRIX
Il primo gennaio del
1946 Ivor Davies, esperto pubblicitario londinese e
possessore di una Speed Twin, è assunto in Triumph come
“Publicity Manager”. Ivor ricorda che la preparazione
dei cataloghi lo teneva occupato circa tre mesi e, nel
dopo guerra, venivano stampati in circa 200.000 copia.
Un altro grande evento annuale a cui Ivor dedicava molto
tempo era la preparazione del salone annuale di Earls
Court che si teneva nel mese di novembre a Londra:
Uno dei primi compiti di
Davies è quello di annunciare alla stampa il ritorno nel
mondo delle competizioni “Trial” e “Scrambler”: fra i
piloti annunciati c’è anche Allan Jefferies che ritorna
alle competizioni dopo il servizio militare. Ricordiamo
che Allan aveva già ottenuto notevoli successi con le
motociclette inglesi prima della guerra. Il team di
piloti Triumph è composto, oltre che da Allan Jefferies
anche Bert Gaymer (già uomo Triumph) e Jim Alves,
l’ultimo pilota ad entrare nella famiglia Triumph. Lo
stesso Edward Turner acconsentì all’ingaggio di Alves
dopo averlo visto gareggiare con una Model 3HW Triumph
modificata in casa.
L’azienda inglese non ha
un reparto corse dedicato per cui i prototipi per il
Trial sono costruiti nel Reparto Riparazioni utilizzando
come base le bicilindriche 3T 350cc. La ENX 674 (numero
di registrazione del prototipo che successivamente sarà
testato da Motor Cycling) si differenzia dal modello
standard 3T per le ruote, per la mancanza del
frenasterzo e dell’impianto di illuminazione, per il
serbatoio del carburante posizionato più indietro al
fine di aumentare l’angolo di sterzo e per lo scarico
due in uno con passaggio alto a sinistra. Il carburatore
è regolato per una miscela più ricca di quella standard
e non è dotato di filtro dell’aria. I rapporti del
cambio sono modificati così come la leva d’avviamento
(in modo che non interferisse durante la guida in
piedi), i parafanghi sono più leggeri e il basamento del
motore è protetto da una apposita piastra. L’altezza
della moto e della sella è incrementata mentre la
pressione delle gomme è ridotta. Sarà una motocicletta
vincente anche se parte del merito deriva della
sensibilità e dall’abilità di Jim Alves: fare trial con
un bicilindrico non è proprio la cosa più semplice al
mondo! La prima competizione importante a cui partecipa
Jim Alves con i colori Triumph è la “Cotswold Cups
Trial” nella quale guadagna il gradino più alto del
podio.
Un altro progetto che
vede la luce nel 1946 è la bicilindrica TRW 500cc a
valvole laterali progettata per l'esercito.
TWR
Nel 1946 la
guerra è ormai terminata tuttavia l’idea di
una motocicletta espressamente progettata
per l’esercito è ancora una priorità per il
governo, tanto che vengono emesse nuove
specifiche: velocità massima superiore alle
70 mph (110 km/h circa), peso inferiore a i
300 lb (136 kg), spazio di arresto a 30 mph
inferiore a 35 piedi, altezza da terra
minima di 6 in (13,2 cm), capacità di
passare una pozzanghera d’acqua alta 15 in
(38cm), un motore non udibile oltre il mezzo
miglio di distanza, la possibilità di
scalare una pendenza ben definita a 4 mph e
la capacità di fermarsi e ripartire nelle
stesse condizioni. E’ prescritta inoltre la
distribuzione a valvole laterali, in quanto
la distribuzione a valvole in testa era
troppo complicata per la manutenzione sul
campo e le prestazioni più elevate garantite
dal sistema OHV non erano prioritarie per
l’esercito.
La risposta
di Triumph a questa richiesta fu presentata
ad un’esibizione specifica per veicoli
militari nel luglio del 1946.
Il nuovo
modello, conosciuto con il nome TRW, è
basato sul precedente bicilindrico 500cc
della 5TW progettato da Hopwood nel ‘42 al
quale sono apportate alcune modifiche: i
collettori di scarico sono più orientati
verso l’esterno e verso il basso mentre la
parte bassa del basamento rimase invariata
se non per il comando dell’albero a camme
tornato ad ingranaggi come la produzione
civile. L’accensione a bobina è sostituita
dal classico magnete BHT.
Il cambio
separato a soli tre rapporti trasmette anche
il moto al tachimetro a differenza dei
modelli civili in cui il tachimetro è
collegato alla ruota anteriore. La catena
della trasmissione finale è completamente
riparata dalla polvere/fango/acqua grazie ad
un’apposita protezione. Il motore ed il
cambio sono inseriti in un telaio rigido che
ha il serbatoio integrato. Alla forcella
anteriore telescopica sono fissati il fanale
ed il tachimetro. Il resto della meccanica è
simile alla produzione tranne per l’utilizzo
dell’alluminio in alcuni particolari al fine
di ridurre il peso complessivo a 127 kg (280
lb).
La guerra è
terminata e l’esercito si trova un surplus
di motociclette motivo per cui le TRW, in
questa configurazione, non vengono prodotte.
Due anni più
tardi, nel 1948, arrivano i primi ordini
dall'esercito e la TRW entra in produzione
nella sua versione definitiva. Nella sua
forma finale, soprannominata "Hybrid", la
TRW riprende le linee del prototipo iniziale
ma utilizza, per quanto possibile,
componentistica comune al resto della
produzione. Il motore 500cc a valvole
laterali è anch'esso aggiornato rispetto ai
prototipi del '46.
TRW
fotografata durante i test
TRW nella
versione definitiva
Il semplice
basamento è diviso verticalmente mentre
l’albero motore, derivato da quello del
progetto Tiger 85, è composto in tre parti.
Il blocco cilindri è in lega di alluminio
sempre con le valvole laterali frontali la
cui semplice regolazione può essere
effettuata con un apposito attrezzo in
dotazione. Il rapporto di compressione pari
a 6:1 con i pistoni di tipo tradizionale a
due fasce elastiche di tenuta ed una con la
funzione di “raschiaolio”. La testa,
monoblocco anch’essa, è fissata con una
guarnizione tramite 12 prigionieri. Il
carburatore è un Solex 26 WH-Z, scelto dopo
i test non positivi eseguiti con le versioni
AMAL e SU. I due tubi di scarico vendono
uniti tramite un collettore ad un singolo
scarico basso posizionato a destra.
Le prime TRW
consegnate all’esercito inglese avevano
molti parti ciclistiche in comune con la
futura Trophy TR5: telaio, forcelle
telescopiche, cambio a quattro rapporti,
ruote e il fanale "nacelle". In questa
versione il modello pesa 340 lb, un peso
maggiore delle specifiche iniziali ma
comunque accettato per molti anni dalle
forze militari.
Nel 1953 la
rivista Motor Cycling pubblica un road test
sulla TRW che - nella versione '53 -
utilizza l’accensione a bobine al posto del
magnete. Il peso sceso a 320 lb ed una
potenza di 17 cv permette un’accelerazione
adeguata allo scopo ed una velocità massima
di 121 km/h (74 mph). I freni sono
soddisfacenti così come il confort di
marcia, nonostante il telaio rigido, grazie
agli pneumatici e alla sella. Qualche
perplessità emerge relativamente al
cavalletto posteriore un po’ ballerino e
alle cromature che tendono ad arrugginire
precocemente.
Le forze
armate utilizzeranno la TRW - divenuto nel
frattempo mezzo ufficiale NATO - per molti
anni fino a quando nel 1969 verrà sostituita
con un nuovo modello basato sul motore a
valvole in testa della Tiger 100 dotato di
singolo carburatore e rapporto di
compressione ridotto.
|
Sempre nel ’46 Henry
Vale, assunto nel ’37, torna in Triumph dopo il
conflitto come responsabile del nuovo “competition shop”
un piccolo reparto competizione che si traduce in
pratica in un piccolo spazio ricavato all’interno del
reparto riparazione (momentaneamente senza
collaboratori). Henry era conosciuto sia per i suoi
trascorsi di pilota da fuoristrada che per le sue
capacità meccaniche, approfondite anche durante il
servizio militare. Sarà proprio Henry che nel 1948
installerà nella Speed Twin il gruppo termico in lega
leggera del generatore RAF dando vita così alla futura
TR5 Trophy in produzione dal 1949. Henry Vale seguirà
tutte le moto da gara iscritte all’ISDT (scrambler e
trial) dal 1948 al 1966.
Durante l’assenza di
Turner, che si trova negli USA, Freddie Clarke,
collaudatore/progettista Triumph, sviluppa una versione
sportiva della Tiger 100 che verrà presto conosciuta
come Grand Prix (vedi apposito box). Poco tempo dopo
Freddie Clarke abbandona Triumph per l'incarico di Chief
Development presso la Associated Motor Cycle Group di
Londra. Purtroppo, morirà poco tempo dopo in un
incidente motociclistico: fu una grandissima perdita per
tutta l’industria motociclistica inglese.
Grand
Prix
Poche sono
le volte nella storia della casa inglese in
cui ci imbattiamo in progetti nati
appositamente per le competizioni. Fra
questi pochi progetti va senza dubbio
ricordata la Grand Prix del 1946.
Le
competizioni non sono mai state l’obbiettivo
primario della Triumph nel periodo in cui al
comando c'era Turner. Per il tecnico
inglese, infatti, è importante costruire
motociclette affidabili e dotate di buone
prestazioni, senza però supportare in modo
ufficiale i piloti che utilizzano le Triumph
nelle competizioni.
La nascita di un modello espressamente per
le competizioni non poteva quindi che
avvenire durante una delle lunghe assenze di
Turner dall’azienda. Mentre Turner è in
viaggio negli USA, il
progettista-pilota-collaudatore Triumph
Freddie Clarke inizia lo sviluppo di un
prototipo da gara partendo da una Tiger 100,
la bicilindrica ad aste e bilancieri più
potente della gamma Triumph.
Clarke era
considerato da tutti un ottimo progettista e
collaudatore. La sua principale abilità era
quella di migliorare le prestazioni di un
modello testando personalmente tutte le
modifiche in pista. Durante la sua carriera
stabilì alcuni record di velocità nel
circuito di Brooklands tra cui quelli nella
classe 350 e 750cc del 1939.
Freddie
inizia con il trapiantare sulla Tiger di
produzione il gruppo termico 500cc in lega
leggera realizzato durante la guerra come
generatore di corrente ausiliario per la
R.A.F.
I condotti
di aspirazione sono sdoppiati permettendo il
montaggio di due carburatori separati. Le
modifiche apportate da Clarke sono così
numerose che il prototipo avrà ben poco in
comune con la T100 di serie.
Il motore ha
l'alesaggio di 63 mm e corsa di 80 mm,
distribuzione ad aste bilancieri ed una
testata unica. Il blocco cilindri in lega
leggera è dotato di canne in ghisa riportate
con interferenza. Le due valvole di ogni
cilindro sono inclinate tra loro di 90°,
valore assai elevato per gli standard della
classica scuola inglese, ma perfettamente in
linea con i canoni all'epoca in vigore
presso la scuola italiana. Una particolarità
interessante è costituita dall'impiego di
inserti in ghisa, incorporati nella lega
leggera della testata all'atto della
fusione, nei quali sono ricavati i fori
filettati per la candela e le sedi delle
valvole.
1946 -
Bicilindrico Grand Prix
Superiormente
alla testa è installato un "castello" nel
quale sono alloggiati i bilancieri a due
bracci. Questi ultimi sono mossi da aste in
duralluminio che a loro volta sono azionate
da punterie a pattino arcuato (alloggiate in
appositi "blocchetti" di supporto in lega
leggera). l due alberi a camme sono posti
nella parte alta del basamento (uno è
davanti al blocco cilindri e l'altro dietro)
e vengono comandati da una serie di
ingranaggi posti sul lato destro.
L'estremità dell'albero a camme di
aspirazione comanda le due pompe dell'olio a
pistoncino del sistema di lubrificazione a
carter secco. L'albero a gomiti è formato da
due semialberi di acciaio fucinato
imbullonati a un grosso volano centrale.
Entrambi i cuscinetti di banco sono a rulli.
Le bielle, in lega di alluminio RR 56,
lavorano direttamente sui perni dell'albero
(disposti 360°), senza interposizione di
alcuna bronzina. I pistoni sono sostituiti
con versione ad alta compressione per quanto
lo permetteva la pessima benzina, scarsa di
ottani, ottenibile nel primo dopoguerra. Le
valvole ed i condotti di aspirazione e
scarico sono paralleli. I due carburatori
Amal che alimentano il motore sono serviti
da un’unica vaschetta sospesa sulla destra
del serbatoio dell’olio. Gli alberi a camme
sono sostituiti con una versione dal profilo
più spinto e comandati da aste piene (a
differenza delle aste tubolari di serie).
L’accensione è garantita da un magnete
B.T.H. da corsa. L’impianto di
lubrificazione è dotato di un filtro olio
Vokes posizionato esternamente sul lato
sinistro della moto e da un serbatoio
dell’olio maggiorato. La pompa dell’olio
rimane quella di serie comandata dall’albero
a camme di aspirazione. Il cambio, privo del
dispositivo della messa in moto, è lo stesso
del modello stradale a quattro marce
modificato con rapporti ravvicinati, comando
rovesciato e con comandi arretrati. La
trasmissione primaria a catena a vista
(senza protezioni) è accoppiata alla
frizione a secco a quattro molle di serie.
Ovviamente non può mancare il contagiri (con
comando dall’albero a cammes di scarico) e
le tabelle porta numero. L’impianto di
scarico è provvisto di due grossi e tozzi
megafoni.
Altra
particolarità del prototipo è la presenza di
mozzo elastico integrato nella ruota
posteriore. Questo geniale sistema di
sospensione progettato nel ’41 da Turner
permette di trasformare un telaio rigido in
un telaio con “sospensione posteriore”
semplicemente sostituendo la ruota. Il
maggiore diametro del mozzo permette inoltre
di montare un freno più performante. Negli
anni avvenire il mozzo elastico verrà esteso
a quasi tutta la gamma Triumph pur se
criticato per la scarsa confidenza data al
pilota a causa dell’ondeggiare del
retrotreno in condizioni di guida veloce.
La prima
apparizione significativa su strada del
prototipo GP è datata agosto del 1946
quando, in occasione della “Ulster Road
Race”, Triumph iscrive ufficialmente il
pilota irlandese Ernie Lyons in sella ad una
bicilindrica da 499cc. Solo quando la moto
arriva a Belfast ci si accorge dell’inedito
blocco cilindri in alluminio e della ruota
posteriore dotata del famigerato “spring
hub”. Questa gara è considerata in realtà un
banco di prova in previsione dell’iscrizione
a settembre al Manx Grand Prix. Non fu
un’apparizione molto felice. Il pilota
Enrnie Lyons si ritirerà infatti dopo pochi
giri per un banale inconveniente: a causa
dell’errato posizionamento della vaschetta
dei carburatori troppa benzina entra nei
cilindri bagnando le candele e spegnendo di
conseguenza il motore. Nelle prove e nei
pochi giri percorsi però la moto dimostra un
ottimo potenziale. Scoperto il difetto, il
team andò fiducioso alla gara successiva, il
Manx Grand Prix del settembre 1946 che si
disputava nell’isola di Man.
Il prototipo
T100 portato in gara da Ernie Lyons
Non appena
iniziano le prove del Grand Prix di Manx del
'46 fu subito evidente che questa
motocicletta era nata sotto una buona
stella. Nelle prove, Lyons risparmiò al
massimo il motore: c’erano pochissimi pezzi
di ricambio e qualsiasi rottura sarebbe
quindi stata fatale. Nella prima sessione di
qualifica, Lyons si classifica in terza
posizione. Nella successiva sessione le
Norton migliorarono le loro prestazioni e
Lyons si ritrova in quarta posizione. Il
giorno della gara il tempo era inclemente:
pioveva talmente tanto che fu strano che la
corsa non fu rinviata. Gli uomini di Triumph
decisero all’ultimo momento di montare sul
prototipo il parafango anteriore originale
di una Tiger T100: fu la mossa vincente.
Durante la
gara, sotto una continua pioggia, Lyons
mantiene la testa dall’inizio alla fine
dando 43 secondi di distacco al secondo
classificato Ken Bills in sella alla Norton.
Era dal 1908 che Triumph non vinceva
nell’isola di Man.
1946 - Ernie
Lyon al Senior Manx Grand Prix
La vittoria
di Ernie Lyons al Manx Grand Prix di Man (il
primo GP nell'isola di Man disputato dopo la
guerra) garantirà un grosso ritorno
d’immagine a Triumph aprendo così per
l’azienda inglese maggiori opportunità
commerciali nel mercato delle competizioni.
Questo prototipo verrà successivamente
prodotto in un piccolo lotto con il nome di
Grand Prix in onore al successo ottenuto al
Manx GP.
Per
festeggiare la vittoria Edward Turner,
seppur non contento del fatto che la
motocicletta fu sviluppata senza il suo
permesso e supervisione, organizza con il
supporto di Ivor Davies una cena presso il
Bath Hotel alla quale viene invitata la
stampa del settore. La data prescelta
coincide con una gara in salita nella quale
partecipa, e fa segnare il tempo record,
Ernie Lyons ovviamente in sella ad una
bicilindrica Triumph. Ernie si presenta alla
cena indossando ancora la tuta di pelle
utilizzata in gara:
1946 - Ernie
Lyons e Edward Turner
(da "The man
behind the motorcycles - Edward Turner" di
Jeff Clew)
In seguito a
questo ulteriore successo, la Triumph è
sommersa di richieste sia dal mercato
inglese e soprattutto da quello americano
per avere una replica della moto vittoriosa.
Dopo una resistenza iniziale Turner concede
il suo benestare per costruire un primo
lotto di 50 repliche annunciate nel gennaio
del 1948.
Per la
produzione di quest’ultime ordina però di
non investire in nuove parti speciali e di
utilizzare quindi le rimanenze dei
generatori (ecco spiegata la presenza nella
fusione dei cilindri delle sedi per
l'attacco del convogliatore d'aria
inizialmente prevista per il generatore
RAF). La nuova moto è battezzata Grand Prix
in onore della vittoria ottenuta.
Nel febbraio
del 1948 la nuova Triumph Grand Prix è
presentata alla stampa e segue da vicino la
linea del prototipo di Lyons. Il rapporto di
compressione è ridotto a 8,3:1 e come
optional sono disponibili pistoni con
rapporto aumentato a 8,8 per un eventuale
uso con benzina ad alto numero di ottani. Le
parti interne del motore sono lucidate per
ridurne gli attriti, mentre l’alimentazione
è affidata a due carburatori standard AMAL
type 6 da 1”.
Grand Prix
di produzione
Il contagiri
ha il fondo scala a 8000rpm valore molto
elevato per un motore a corsa lunga dei
tempi, tanto che per evitare la distruzione
del basamento il regime di sicurezza è
fissato a 7600 rpm. La frizione a cinque
dischi è prodotta da Ferodo. La potenza di
40 cv a 7200 giri/min è sufficiente per
spingere la moto a 120 miglia orarie (193
km/h) con i rapporti di serie. Per
migliorare le doti di frenata il freno
anteriore da 8” è dotato di presa di
ventilazione.
Il rumore di
scarico era particolarmente apprezzato, così
come la maneggevolezza pur non essendo a
livello delle contemporanee Norton.
Pneumatici Dunlop, parafanghi in alluminio,
sella “racing” e tabella porta numero
completano la moto. Stranamente il serbatoio
verniciato color argento non è dotato di
scansi delle ginocchia per aumentare
l’autonomia della moto. Il peso totale della
Grand Prix di serie è pari a 140,6 kg.
La moto è
venduta al pubblico per £270 (+tasse)
compresa di “spring wheel”, contagiri e
altri accessori. Turner non cambia politica
verso le competizioni ma, come spiega in
un’intervista, vuole dare la possibilità ai
piloti privati di poter acquistare un moto
più performante della Tiger 100 che non era
stata espressamente progettata per le gare.
A seguito
dell’ulteriore vittoria del Manx Gran Prix
(Isola di Man) nel 1948, le Grand Prix si
diffondono rapidamente grazie alla
produzione di ulteriori lotti, diventando
così un cavallo di battaglia per i piloti
privati: la moto era veloce quanto le
contemporanee Norton Manx “Garden Gate”, nei
confronti delle quali vantava anche una
migliore accelerazione grazie al minor peso.
Il motore della Triumph si adattava meglio
alle pessime benzine con soli 75 ottani
reperibili in quei tempi.
Le Grand
Prix verranno usate da molti piloti che in
seguito diverranno famosi: Reg Armstrong,
poi pilota ufficiale della Norton e della
Gilera, il belga August Goffin, uno dei
migliori privati del Continental Circus con
le Norton Manx qualche anno dopo, David
Withworth che alla Grand Prix portò molte
vittorie e alla fine, purtroppo, lasciò
anche la propria vita sul circuito di
Francorchamps.
La Grand
Prix non era sempre la moto più veloce in
assoluto pur essendo comunque molto
competitiva, era tutta via molto ambita dai
privati per i bassi costi di gestione (i
ricambi Triumph erano più economici di
quelli del Manx) e per la semplice
manutenzione che richiedeva.
In breve, i
tempi cambiarono: nel 1950 è
commercializzata la benzina a novanta ottani
che non portava vantaggio tanto alle Triumph
quanto alle rivali Norton che acquistarono
molto in potenza. Per ottenere più potenza
il rapporto di compressione delle GP venne
incrementato pagando i cavalli aggiunti con
l’affidabilità: si rompevano molto più di
prima in particolare le bielle e le valvole.
Inoltre, la concorrenza poteva contare su un
forcellone oscillante con doppio
ammortizzatore posteriore che garantiva una
miglior guidabilità alle alte velocità
rispetto al mozzo elastico. Il commento di
John Surtees dopo aver provato la Grand Prix
spiega senza mezzi termini il comportamento
della ciclistica con la "spring wheel":
"sterzava anche con la ruota posteriore". I
piloti privati si dirottano quindi sulle
Norton, sulle Gilera Saturno e sulle Guzzi
Dondolino.
Mentre la
Norton, con il nuovo telaio “featherbed” di
Rex McCandless, e le altre Case inglesi, si
cimentano nel neonato Campionato del mondo,
Triumph decide di mettere fuori produzione
nel 1950 la Grand Prix e di offrire ai suoi
clienti, al prezzo di 35£, un kit di
potenziamento per le Tiger 100 che
comprendeva tutte le parti speciali montate
sulle Grand Prix ad eccezione del gruppo
termico in lega che peraltro non era più
necessario in quanto la T100 di serie si era
dotata nel frattempo di gruppo termico in
alluminio. Il kit comprende pistoni (con la
possibilità di scegliere tra diversi
rapporti di compressione), alberi a camme,
molle delle valvole, doppio carburatore,
serbatoio dell’olio, contagiri, tubi di
scarico con i megafoni, pedane, pedali,
manubrio, tabella porta numero e le
necessarie minuterie. Sono disponibili anche
cambi con rapporti ravvicinati, parafanghi
in alluminio e una serie di pignoni per
variare il rapporto di trasmissione. La
potenza massima della Tiger T100 passa così
da 32 a 43 CV (+ 34%) e con una riduzione di
peso di 25 lbs (circa 11kg).
Kit di
potenziamento per la Tiger 100 disponibile
al pubblico
1950 -
Catalogo ufficiale del kit "Tuning the
Triumph Tiger 100"
Nelle gare
delle derivate di serie arrivano le più
competitive BSA “Gold Star” e presto le
Tiger “potenziate” sparirono dalla scena.
Di Grand
Prix originali ne furono costruite, secondo
diverse fonti, circa 170 esemplari vendute
in varie parti del mondo. Molte di queste
furono cannibalizzate, come le contemporanee
Manx Norton, per equipaggiare, con il loro
motore, le piccole monoposto della “Formula
3” degli anni 50 o per altri scopi.
Probabilmente l'unica Grand Prix importata
regolarmente in Italia è quella qui
fotografata e di proprietà (nel 1995) dello
scomparso Claudio Sintich noto restauratore
Triumph di Genova. Assieme alla moto veniva
rilasciato un certificato di collaudo con i
relativi dati tecnici misurati. Nel caso di
questo esemplare troviamo una potenza
massima di 43,1 CV a 7000giri (benzina 70/75
ottani). La moto è stata spedita il 10 marzo
del 1949 per la fiera di Milano all'allora
importatore Triumph Mabor (Mario Bortolan).
Claudio Sintich e la sua Grand Prix
|
La bicilindrica 3T
350cc, progettata nel 1939, entra in produzione: nasce
come sorella minore della Speed Twin dalla quale eredita
grana parte della ciclistica e del motore mentre altri
elementi costruttivi (albero motore, bielle) derivano
delle militari 3TW e TRW. Le dimensioni del motore di 55
x 73mm indicano una cilindrata totale pari a 349cc con
un rapporto di compressione di 7:1. Purtroppo, già nella
prima fase di sviluppo si evidenziarono le scarse
prestazioni del motore: la prevista versione “sportiva”
Tiger 85, che compare nei cataloghi del 1946, non
entrerà mai in produzione (ne furono costruiti pochi
esemplari).
1946 - Triumph 3T
1946 - Prototipo Triumph
Tiger 85 mai entrata in produzione
La rivista “Motor
Cycling” testa il modello 3T "De Luxe" nel marzo del ’46
per 1500 miglia e riporta i seguenti dati: 120 km/h di
velocità massima e ottimo impianto frenante. Nel
complesso un’onesta motocicletta di prestazioni modeste
senza grossi difetti. Prezzo di listino pari a £145
tasse e tachimetro (obbligatorio) compresi.
1946 - Pubblicità Triumph
Model 3T
1946 - Copertina catalogo
Triumph
Una caratteristica dei
MY1946 è la sostituzione della precedente magnete-dinamo
con due componenti diversi; il magnete rimane nella
stessa posizione mentre il generatore di corrente
(dinamo) viene posizionato davanti al blocco motore con
la conseguente modifica degli ingranaggi di
distribuzione e del relativo coperchio: il movimento
alla dinamo viene trasmesso attraverso l’albero a camme
di scarico. Alcune modifiche migliorative sono apportate
anche al circuito di lubrificazione tra cui la
sostituzione dei precedenti tubi dell’olio esterni con
dei passaggi interni ricavati nella fusione dei
cilindri. Il serbatoio dell’olio delle 5T e T100 è
inizialmente comune e ha la capacità di 8 pinte (3,8 lt)
mentre nella seconda la metà dell’anno la Speed Twin
torna al precedente serbatoio più piccolo da 6 pinte
(2,8 lt). Altre parti in comune tra le due bicilindriche
sono le ruote da 19” (la Speed Twin 5T montava in
precedenza la ruota anteriore da 20”). Vista la miglior
qualità delle benzine disponibili i MY1948 hanno un
rapporto di compressione aumentato: 6,5:1 per la Speed
Twin e 7,8:1 per la T100 (lo stesso dei modelli
pre-war). I fanali delle 5T e T100 non sono più cromati
ma sono verniciati rispettivamente in Amaranto e Nero.
La produzione Triumph
per il 1946 è pari a 9.477 unità di cui il 44% per
l'export.
La gamma del 1946
include esclusivamente modelli bicilindrici, sarà
necessario infatti attendere fino all’inizio al 1952 per
rivedere un nuovo monocilindrico firmato Triumph:
Top Range: |
|
Speed Twin |
497cc, ohv, Twin |
Tiger 100 |
497cc, ohv, Twin (sport version of Speed Twin) |
De Luxe Model: |
|
3T |
349cc, ohv, Twin |
Negli anni ’40
l’importazione e la distribuzione delle Triumph in
Italia è affidata principalmente alla MABOR di Mario
Bortolan sito in via Panfilo Castaldi 23 a Milano. La
MABOR era una piccola società che si occupava di
importare dalla Gran Bretagna prodotti di vario genere.
Fu per loro relativamente facile accordarsi con la
Triumph di Meriden per importare anche le motociclette.
La Mabor non era un concessionario come lo intendiamo
noi oggi: era un piccolo negozio con una vetrina dove
erano esposte una o due motociclette. Non esisteva un
magazzino ricambi o un garage dove riporre le moto e
nemmeno l’officina. E l’assistenza? Quando le Triumph
arrivavano in Italia venivano sballate e montate nella
vicina officina di Zabaglio che si occupa anche
dell’assistenza ai clienti. In questa officina, sita in
via Piceno 1 a Milano, inizia a lavorare all’età di
sedici anni Domenico Pettinari che aveva già “annusato”
le Triumph nell’officina del padre, Carlo Pettinari,
specializzato nella conversione dei mezzi militari
all’uso civile. Mabor importava, all’epoca, meno di 10
motociclette all’anno.
1947 – Mozzo
elastico
Nel 1947 entra in produzione il famoso mozzo elastico
inserito nella ruota posteriore ("spring wheel") e
montato in anteprima nella Grand Prix l’anno precedente
(disponibile dalla primavera del 1947). Il catalogo
ufficiale offre anche il nuovo cavalletto laterale come
optional, disponibile per tutte le Triumph prodotte dal
1937 in poi.
Spring
Wheel
Il
progetto risale a qualche anno prima,
infatti uno dei primi prototipi fu testato
nel 1938 mentre il brevetto fu depositato
nel 1939. L’introduzione di questo
componente, pianificata per il 1941, fu
ritardata a causa della guerra.
Spring
Wheel MKII (dal catalogo 1949)
Il maggiore diametro del mozzo permette
inoltre di montare un freno più
performante. Negli anni avvenire il mozzo
elastico verrà esteso a quasi tutta la
gamma Triumph. Edward Turner ebbe l’idea
geniale di trasformare un telaio rigido in
un telaio con “sospensione posteriore”
semplicemente sostituendo la ruota con una
nuova versione dotata di un molleggio
integrato al mozzo posteriore. Questa
soluzione permette di dotare le
motociclette Triumph di una rudimentale
sospensione posteriore senza dover
riprogettare il telaio.
L’escursione
garantita dal mozzo elastico è limitata a
circa 5cm, ma il sistema permette di
costruire una moto con sospensione
posteriore con un minimo incremento di
costi e peso grazie all’utilizzo di un
telaio rigido. La “spring wheel” è
disponibile come kit ordinabile all’atto
dell’acquisto della motocicletta.
Il
maggiore diametro del mozzo permetteva
inoltre di montare un freno più
performante. Con l’introduzione del mozzo
elastico, il comando del tachimetro è
spostato nella parte finale del cambio.
Dopo un
iniziale entusiasmo il mozzo elastico
verrà criticato per la scarsa confidenza
data al pilota a causa del leggero
ondeggiare del retrotreno in condizioni di
guida veloce: John Surtees dopo aver
guidato la Grand Prix dotata della “Spring
Wheel” non fu molto positivo: “sterza
anche con la ruota posteriore!”
Nonostante
tutte le critiche, Turner non ammette che
il suo progetto non è funzionale e la
“spring wheel” rimarrà in produzione fino
al 1954, anno in cui è sostituito dal
classico forcellone oscillante.
|
Nel Agosto del ’47 “The
Motor Cycle” testa una Speed Twin dotata del mozzo
elastico riportando buone valutazioni: velocità massima
pari a 135 km/h (70, 98 e 125 km/h rispettivamente in
prima, seconda e terza marcia). Buoni i commenti anche
su accelerazione, freni e maneggevolezza. Altro aspetto
positivo segnalato, inconcepibile al giorno d’oggi, fu
l’assenza di perdite d’olio motore durante tutto il
test!
L'irlandese Ernie Lyons
si aggiudica il Manx GP all'Isola di Man, nonostante le
insidie di una pista scivolosissima per la pioggia in
sella una moto da corsa progettata l’anno precedente da
Freddie Clark (vedi box Grand Prix).
In occasione delle gare
dell'Isola di Man va segnalato il 2° posto di Allan
Jefferies nella classe Clubmans Senior ed 7° di H B
Iremonger-Watts nella stessa classe.
David Whitworth in sella
alla Grand Prix coglie il terzo gradino del podio nel
Dutch TT ed il quarto posto anche nella gara belga (dove
era in seconda posizione al secondo giro prima di
cadere: si rialzò, fece una grande rimonta ed arrivò
quarto). Alla fine della stagione agonistica del ‘47, la
Grand Prix utilizzata da Whitworth rientra al Reparto
Sperimentazioni Triumph dove è smontata e analizzata: il
motore era ancora in perfette condizioni.
Il primo aprile del 1947
Bert Hopwood lascia Triumph per l’incarico di Chief
Designer in Norton Motors. Alla Norton si unisce
anche il progettista Doug Hele proveniente dalla
Douglas.
In questo periodo inizia
la fruttuosa collaborazione con il vignettista Alex
Oxley di Motor Cycling per la realizzazione di una serie
di nuove pubblicità. La combinazione fra lo stile di
Alex ed i motti "It's easy on a Triumph" e "Yes,
but I'd prefer a Triumph Twin" avranno così tanto
successo da mettere in crisi la capacità produttiva
dello stabilimento!
1947 - Copertina di MotorCycling - Alex Oxley
Alcune vignette disegnate da Alex Oxley tra il 1947 ed il
1955
1947 Pubblicità Triumph
1947 - Triumph Speed Twin
(da Motociclismo d'Epoca)
La produzione Triumph
per il 1947 è pari a 9.477 unità di cui il 54% per
l'export.
La gamma Triumph per il 1947 comprende:
Top Range: |
|
Speed Twin |
497cc, ohv, Twin |
Tiger 100 |
497cc, ohv, Twin (sport version of Speed
Twin) |
De Luxe Model: |
|
3T |
349cc, ohv, Twin |
1947 - Catalogo Triumph
|
|
|
1947 - Copertina
The MotorCycle (dicembre) |
|
1948 - Copertina
The MotorCycle (gennaio) |
|
|
|
|
|
|
1949
- Copertina The MotorCycle (febbraio) |
|
1949
- Copertina The MotorCycle (luglio) |
1948 -
Presentazione della TR5 TROPHY
La gamma 1948 prevede tre bicilindrici: Speed Twin,
Tiger 100 e la 350cc 3T tutte disponibili con la
"spring wheel" optional (£20).
I MY1948 si
differenziano dai modelli dell’anno precedente per la
nuova parabola del fanale anteriore e per
l’aggiornamento stilistico del porta targa posteriore.
La Speed Twin e la Tiger 100 MY1948 si distinguono
anche per il nuovo parafango posteriore divisibile che
facilita la rimozione della ruota.
1948 - Triumph
particolari tecnici dal catalogo ufficiale
Le prime TRW in
versione definitiva “Hybrid” sono consegnate
all’esercito inglese. Il 29 aprile del 1948 la rivista
MotorCycling pubblica un articolo dedicato alla
bicilindrica TRW 500cc a valvole laterali progetta per
l’esercito.
A seguito della grande
richiesta dei piloti, Edward Turner acconsente a
mettere in produzione un numero limitato di Grand
Prix, la motocicletta che con Lyon aveva dominato il
GP di Manx. In occasione di una visita in California,
lo stesso Edward Turner si mise alla guida di uno dei
primi esemplari prodotti superando i 110 mph.
Nel febbraio del 1948
è presentata alla stampa la nuova Triumph Grand Prix
fedele alla linea del prototipo di Lyons vincitore al
Manx GP dell'anno precedente messa in produzione in un
lotto di 50 esemplari. La moto sarà venduta al
pubblico per £270 compresa di “spring wheel”,
contagiri e altri accessori. Pur derivando dalla Tiger
100, la Grand Prix aveva un numero elevato di
componenti specifici ed è costruita e testata una ad
una. Triumph dichiarava 40 CV ed una velocità massima
di 120 mp/h (193 km/h) con un peso a vuoto di 140 kg.
Forti dei successi
precedenti di Lyons e Withworth ben nove Grand Prix
Triumph partecipa al Senior Tourist Trophy in forma
ufficiale con nove motociclette ed una squadra forte
di ottimi piloti: Bob Foster, e Freddie Frith,
(entrambi in seguito divennero campioni mondiali con
le 350 Velocette) e Ken Bills. Quest’ultimo fu il
migliore del team, tenendo la quarta posizione sino al
momento del ritiro, sorte comune anche agli piloti
della squadra: una ad una si ritirarono durante la
gara tranne quella guidata da Norman Croft che finirà
alla dodicesima posizione.
Fortunatamente le cose
andarono decisamente meglio nel Manx GP dove, con il
pilota Don Crossley, la Grand Prix vince per il
secondo anno consecutivo la gara alla velocità record
di 80,62mph (130km/h), restando in testa alla gara dal
primo all'ultimo giro questa volta con pista asciutta
ribadendo la superiorità della Triumph rispetto alla
concorrenza. Altre quattro Grand Prix arriveranno
nelle prime posizioni: Reg Amstron 4°, Arthur Wheeler
5°, C.A. Steven 7° e T. P. Crebbin 11°. Da
ricordare anche il terzo posto nella categoria Clubman
250cc single di una Tiger 70 guidata da R Carvill e il
quarto posto di Bill McVeigh nella categoria Clubmans
Senior.
1948 - Don Crossley,
vincitore del Manx GP nell'isola di Man, in sella alla
Grand Prix
Altri successi del
1948 sono la vittoria di Freddie Frith nella gara di
salita a Shelsley Walsh mentre David Whitworth
continua ottenere brillanti posizioni nelle gare
europee fra cui varie vittorie in Belgio. Withworth
che conclude la stagione con una vittoria ad Ansty, un
paese vicino a Coventry, davanti alle AJS di Reg
Armstrong e Bill Doran, alla Moto Guzzi di Maurice
Cann e alla Harold Daniell in sella alla Norton.
In Ottobre lo
sconosciuto J.P. Hodgking vince il prestigioso Trofeo
Foldbigg a Cadwell Parl battendo George Brown su
Vincent e Les Graham su Matchless. Nella stessa gara
Sid Barnett taglia il traguardo in quarta posizione
sempre in sella alla Grand Prix.
Sid Barnett in sella
alla Grand Prix fotografato nel 1949 alla Dixie’s
Corner
Per darvi un’idea di
cosa voleva dire correre il TT negli anni '40 vi
riporto un paio di foto tratte dal sito
silverdragons.co.uk:
Una gara all'isola di
Man negli anni '40
Partenza di un gara
all'isola di Man negli anni '40
Trophy
TR5
Altro
successo sportivo importante del 1948 è la
vittoria del International Six Days Trial
disputatosi a San Remo. Al via la Triumph
schiera tre moto ufficiali: due Speed Twin
modificate guidate da Jim Alves e Bert
Gaymer ed un prototipo bicilindrico,
vincitore della gara, portato in gara da
Allan Jefferies e dotato di gruppo termico
in lega leggera e telaio rialzato.
È la prima
volta Triumph utilizza un bicilindrico per
partecipare alla Sei giorni. Il nuovo
prototipo utilizza il telaio della
bicilindrica militare TRW che risulta più
corto e più alto da terra rispetto a quello
della Speed Twin. Per rendere più leggero il
motore di serie, il gruppo termico in ghisa
della Speed Twin è sostituito con quello in
alluminio del generatore di corrente
realizzato per la RAF e utilizzato anche
nella Grand Prix.
La piccola,
leggera moto è caratterizzata da camme con
fasatura adatta al fuoristrada, pistoni a
bassa compressione, cambio con rapporti
“wide” da fuoristrada (con 1a e 2a
molto corte), scarico due in uno alto sul
lato sinistro, parafanghi in alluminio,
sella monoposto, fanale anteriore piccolo e
forcella telescopica. I tecnici Triumph
avevano verniciato il gruppo termico di nero
per farlo sembrare un motore “standard”
della Speed Twin e non un prototipo uscito
dal reparto sperimentale guidato da Henry
Vale.
1948 - La
Speed Twin modificata con il gruppo termico
del Generatore RAF che corse l'ISDT
(foto da
"It's a Triumph" di Ivor Davies)
Per
sottolineare la vittoria al Six Days Trial
di Sanremo evento Triumph decide di mettere
in produzione per l’anno successivo una
replica del prototipo vincente, battezzata
Trophy a memoria di questa vittoria nella
classe "Trofeo". Il primo prototipo della
Trophy verrà esposto in anteprima al salone
di Earls Court nel novembre del 1948.
Il modello
messo in produzione nel 1949 è
caratterizzato da un telaio monotubo
sdoppiato ancora più raccolto attorno al
motore rispetto al prototipo. Per aumentare
l’altezza da terra sono scelte ruote da 20”
(anteriore) e 19” (posteriore). I parafanghi
sono in alluminio lucidato per contenere il
peso del veicolo. Il mozzo posteriore
elastico non è fornito di serie ma è
disponibile come optional.
La Trophy di
serie ha un rapporto di compressione ridotto
a 4,5:1, cammes specifiche, singolo
carburatore ed un sistema di scarico alto
due in uno. La potenza della TR5, è pari a
25CV @ 6000 rpm.
Il piccolo
serbatoio della benzina da 2,5 galloni (9,5
lt) è cromato con le guance laterali
verniciate in argento (come le bande
centrali dei cerchioni ruota cromati) e
filetti blu. Il resto della moto è
espressamente rivolto al fuoristrada pari al
prototipo. Il fanale anteriore è provvisto
di uno sgancio rapido dall’impianto
elettrico, e quindi facilmente rimovibile
per partecipare a gare di trial o
cross. Il comando del gas di tipo
progressivo permette una grande precisione
alle piccole aperture e una veloce reazione
ad aperture maggiori.
1949 -
Triumph TR5
1949 -
Triumph TR5
La TR5 di
produzione poteva superare agilmente le 80
mph (quasi i 130km/h), mentre nella versione
ISDT, con il rapporto di compressione di
7,5:1 raggiungeva le 100mph (160 km/h).
Disponibile
nei concessionari al prezzo di £ 195 la TR5
ha da subito un notevole successo e, a
decenni di distanza, per molti appassionati
la TR5 è ancor'oggi una delle migliori
Triumph mai costruite.
|
1948 - Il numero 8
Wilmott Evans in sella alla Triumph 248cc vincitore
della
categora
"Lightweight" nella prima gara disputata nel Eppynt
Mountain circuit.
La produzione Triumph
per il 1948 è pari a 11.841 unità di cui il 67% per
l'export.
La gamma Triumph per il 1948 comprende:
Top Range: |
|
Speed Twin |
497cc, ohv, Twin |
Tiger 100 |
497cc, ohv, Twin (sport version of Speed Twin) |
De Luxe Model: |
|
3T |
349cc, ohv, Twin |
1948 - Catalogo Triumph
1949 - NACELLE e
presentazione THUDERBIRD
Le gamma Triumph del
1949, caratterizzata dal nuovo fanale “Nacelle”,
comprende la nuova TR5 Trophy e le precedenti Speed
Twin, Tiger 100, 3T De Luxe. Per la 5T e T100 il
parafango posteriore è facilmente smontabile in caso di
bisogno.
ll fanale “Nacelle”
contraddistinguerà tutta la produzione di Meriden per un
decennio, rendendo facilmente identificabile una Triumph
rispetto alla concorrenza: disegnato da Jack Wickes, fa
corpo unico con la forcella, ed include il tachimetro,
l’amperometro, gli interruttori ed il pulsante di
spegnimento. Il fanale è incorporato nella parte
anteriore, mentre sotto di esso è posizionato il claxon.
La parte centrale del manubrio è integrata all’interno
della Nacelle. Al fine di ottenere un’estetica più
pulita, il comando del clacson è avvitato direttamente
sul manubrio che contiene anche il relativo cablaggio.
Le manopole sono sempre caratterizzate dal logo Triumph.
1949 - Il famoso fanale
"Nacelle" dal catalogo ufficiale
1949 - Il famoso fanale "Nacelle"
La parte del serbatoio,
ora libera dagli strumenti, è predisposta con quattro
fori per il fissaggio della griglia portapacchi cromata
che diventerà in poco tempo un accessorio molto
richiesto. Grazie allo spostamento della strumentazione
dal serbatoio alla Nacelle l’accessibilità alla parte
alta del motore risulta molto migliorata.
1949 - la famosa
"Nacelle" con la forcella e la nuova griglia sul
serbatoio (dal catalogo ufficiale)
Altra modifica
introdotta con i MY1949 la manopola di regolazione della
frizione e l’adozione di una nuova dinamo Lucas da 60W
che migliora la visibilità notturna. Il manometro
dell’olio motore, su richiesta dei centri assistenza,
viene abbandonato (molti clienti si recavano allarmati
dal concessionario per segnalare la diminuzione della
pressione dell’olio rispetto al valore di 50 psi
misurato a moto nuova: eliminato il manometro, eliminato
il problema!). Il serbatoio dell’olio diventa unico per
tutta la gamma (versione da 6 pinte, circa 2,8 lt) che
ha una forma leggermente diversa per il montaggio del
nuovo filtro dell'aria per il carburatore (elemento in
tessuto inumidito con olio Vokes). La Speed Twin torna
al rapporto di compressione originale (7:1).
1949 - Vista del nuovo
filtro aria (dal catalogo ufficiale)
La Grand Prix, prodotta
in pochi esemplari, rimanere invariata.
Neale Shilton si unisce
a Triumph in qualità di “sales rappresentative”.
L’elenco degli iscritti
al Senior TT del 1949 comprende ben quindici Grand Prix
una delle quali guidata dal neozelandese Sid Jensen
giunto secondo al Senior TT nazionale di inizio anno.
Nonostante la vittoria dei piloti in sella alle Norton
(primo, secondo e quarto posto) la Grand Prix di Sid si
classifica in terza posizione (velocità media circa 134
km/h). Rispetto al risultato dell’anno precedente
(nessuna Triumph all’arrivo) il terzo posto di Sid vale
una vittoria tanto che Turner, presente all’evento,
decide di regalare come premio al pilota la moto che ha
portato in gara: la consegna ufficiale è organizzato a
Meriden con la presenza di tutto lo staff dirigenziale
Triumph. Nella classe Clubmans Lightweight (250cc) le
Tiger 70 si piazzano al 4°, 5° e 6° posto
rispettivamente con Wakefield, Bolshaw e Barton.
1949 - Edward Turner
e Sid Jensen a Meriden
(da "The man behind the
motorcycles - Edward Turner" di Jeff Clew)
1949 - Bob Foster al
Ansty meeting
(da "The man behind the
motorcycles - Edward Turner" di Jeff Clew)
Da ricordare anche gli
ottimi piazzamenti al Senior Clubmans Senior TT dove,
grazie al fatto che le 1000cc gareggiavano a parte, le
Tiger 100 e le Speed Twin si classificano al secondo
(Allan Jefferies), terzo (L Starr), quinto (T B
Crebbin), ottavo (Robin H Shetty) e nono (D J P Wilkins)
posto. Allan Jefferies, pilota specialistico del
fuoristrada, guadagnando il secondo gradino del podio
dimostra che probabilmente è uno dei pochi piloti in
grado di ottenere eccellenti risultati sia nelle gare
stradali che in quelle fuoristrada.
Le competizioni in
offroad sono altrettanto interessanti per Triumph che
ottiene ottimi risultati nel ISDT del 1949: Jim Alves,
Bert Gaymer e Bob Manns vincono la medaglia d’oro in
sella alle uniche motociclette con telaio rigido e
motore bicilindrico.
1949 - La squadra
ufficiale Triumph all'ISDT del 1949 (da sinistra): Jim
Alves, Bob Manns e Bert Gaymer
(da "The man behind the
motorcycles - Edward Turner" di Jeff Clew)
1949 - Pubblicità Triumph
(ISDT)
1949 - ISDT
Il 20 settembre 1949 è
presentata ufficialmente la Thunderbird disegnata da
Turner in collaborazione con Jack Wickes. Il nome
Triumph sul serbatoio della Thunderbird viene
sottolineato da quattro bande metalliche su idea dello
stesso Tumer.
Thunderbird
6T
La Triumph
Thunderbird del 1949 è una pietra miliare
della storia della Triumph assieme ad altri
nomi modelli come la Speed Twin o la
Bonneville. Resa celebre da Marlon Brando nel
film "Il Selvaggio" del 1954, la T-bird ha
contribuito notevolmente all'aumento delle
vendite nel mercato americano.
La nascita del
progetto “Thunderbird” è infatti dovuta alle
forti pressioni ricevute proprio dagli USA
dove la Triumph vende oltre il 70% del suo
prodotto: le Tiger 100 preparate costituiscono
uno dei migliori mezzi con cui ci si può
schierare al via in una corsa di moto derivate
di serie. Sul finire degli anni ‘40 però
l'Harley Davidson, che in pista è il nemico
numero uno della Triumph, si fa più minacciosa
evidenziando così i primi limiti delle Tiger.
Le
bicilindriche inglesi vengono molto apprezzate
negli USA sia per la linea che per le elevate
prestazioni in rapporto alla piccola
cilindrata, ma in un mercato dove “biggest is
always best” i 500 cc della Tiger 100 sono
pochi rispetto alle moto da 750 o 1000cc di
cilindrata dell'Harley Davidson: alla Triumph
giunge il grido d'aiuto della Johnson Motors
al quale Turner cede, non senza resistenza,
progettando una nuova bicilindrica 649 cc.
Verso la fine
del 1948 le Speed Twin private di Ivor Davies
e Neae Shilton (entrambi dipendenti Triumph)
vengono consegnate al reparto sperimentale per
montare nuovi componenti da collaudare:
all’epoca era infatti normale testare alcune
soluzioni sperimentali direttamente sulle
motociclette del personale interno
all’azienda.
Alle due Speed
Twin vengono sostituiti i motori con due
prototipi del nuovo 6T 649cc e poi
riconsegnate ai loro proprietari senza
spiegare loro i cambiamenti apportati. Il
giorno dopo le impressioni riportate dai due
ignari collaudatori sono più che positive: le
due moto rispondono molto più velocemente al
comando del gas ed il motore sembra avere più
potenza disponibile in tutto il range di
utilizzo. Le due moto raggiungono facilmente
le 100mph ed i motociclisti che si vedevano
passare da queste due Speed Twin rimanevano
alquanto sorpresi. Le moto viste dall’esterno
sono uguali a quelle di serie tanto che i due
twin prototipo sono marchiati con il numero di
motore con il suffisso 5T proprio delle Speed
Twin.
La
presentazione ufficiale al pubblico della
nuova Thunderbird 6T avviene in occasione del
salone motociclistico del 1948 di Earls Courts
inaugurato il 20 settembre di quell'anno.
1949 - Salone
motociclistico di Earls Court disegnato dallo
stesso Turner
(foto da "It's
a Triumph" di Ivor Davies)
1949 - La
Thunderbird fotografata in occasione del
salone Earls Courts (da "Touring" di Roy
Bacon)
L'aspetto
della Thunderbird ricalca quello delle altre
Triumph dell'epoca. Il nuovo motore viene
abbinato alla ciclistica della Tiger 100
MY1950. Il serbatoio e i parafanghi sono
verniciati nella caratteristica colorazione
blu-grigio “Thunder Blue” così come il telaio.
Non sono presenti parti della carrozzeria
cromata sia a causa della carenza di cromo sul
mercato internazionale, sia a causa del
precoce deterioramento delle cromature durante
il lungo viaggio per mare verso gli USA. Il
nome Triumph sul serbatoio è sottolineato da 4
bande metalliche.
Edward Turner,
durante uno dei suoi viaggi negli USA, trae
ispirazione dall’insegna di un hotel a forma
di aquila stilizzata per il nome del nuovo
modello. Thunderbird è il nome di questo
simbolo appartenente alla mitologia dei nativi
d'America e aveva il potere di scatenare
tuoni, fulmini e tempeste.
Il nuovo
motore, come il precedente 5T, ha due alberi a
camme nel basamento, uno per lo scarico
davanti alla base dei cilindri ed uno dietro
per l'aspirazione, che agiscono sulle valvole
tramite le aste ed i bilancieri, il
manovellismo a 360° ed il cambio separato. La
compressione è di 7:1, ma è disponibile la
versione più compressa a 8,5:1 per il mercato
americano dove la qualità della benzina è
migliore di quella europea. Turner non si
limita al semplice aumento della cilindrata,
ma apporta numerose modifiche all'albero
motore, al circuito dell'olio ed alle
dimensioni di diversi organi sottoposti ad una
potenza incrementata a 34 CV a 6.300 giri
rispetto ai 30 a 6.500 della T100. In tutto
l’arco di erogazione si nota un notevole
miglioramento della risposta del motore. Il
carburatore è il classico AMAL Type 276 mentre
alla frizione viene aggiunto un disco
supplementare. C on l’occasione viene
irrobustito anche il cambio a 4 rapporti che è
esteso a tutta la gamma. A causa
dell’alesaggio aumentato nel cilindro non
rimane spazio sufficiente per ricavare i
passaggi interni dell’olio lubrificante per
cui si si ritorna alla soluzione precedente
con i tubi dell’olio esterni.
1949 - Curva di
potenza 6T
La Thunderbird
6T condivide la ciclistica della Speed Twin
MY1950.
Tyrell Smith e
Ernie Nott, entrambi del reparto sperimentale
Triumph, collaudano a lungo la Thunderbird
percorrendo agevolmente più di 800 km alla
velocità media superiore ai 140 km/h.
Per dimostrare
le caratteristiche di affidabilità e sicurezza
della nuova moto vien pianificata una sessione
di test pubblici in cui tre esemplari guidati
da collaudatori Triumph avrebbero dovuto
percorrere oltre 500 miglia sulla pista
francese di Montlhery alla media di 90 mph
(144 km/h).
Il test fu
preparato accuratamente testando nei
precedenti mesi all’evento alcune Thunderbird,
camuffate da Tiger 100, nello stesso circuito.
Durante la sessione di luglio dopo 25 giri una
biella cede bucando il basamento della moto.
Il secondo tentativo, in agosto tester Alex
Scobie ed Ernie Nott coprirono le 500 miglia
(poco più di 800 km) alla media di 90 mph.
Per il test
ufficiale, supervisionato dalla ACU, le moto
sono dotate del mozzo “spring hub” mentre
venne rimosso il clacson. Nell’ottobre del
1949 quattro collaudatori guidano quattro
Thunderbird dalla sede di Meriden fino alla
pista francese di Montlhery. La Thunderbird
nr.1 scende in pista alle 9:15 con Alex Scobie
(uno dei primi tester Triumph) iniziando a
girare subito alla media di 94 mp/h (151 km/h)
scendendo poi a 91 mp/h. Diciassette minuti
dopo scende in pista Bob Manns (altro
collaudatore del reparto competizioni Triumph)
in sella alla Thunderbird nr.2 e poco dopo Jim
Alves con la terza moto. La prova si conclude
con le seguenti medie (comprese le soste di
rifornimento): moto nr.1 alla media di 90,30
mp/h, moto nr.2 a 90,93 mp/h e la moto nr.3 a
86,07 mp/h (fu necessario sostituire il
serbatoio della benzina). A test concluso, a
favore della stampa, si abbassano i manubri
delle tre moto ed ognuna di esse cerca il giro
veloce: le tre t-bird raggiungono
rispettivamente 100,71 mp/h, 101,78 mp/h e
100,71 mp/h.
I quattro
collaudatori in viaggio verso il circuito di
Montlhery
(foto da "It's
a Triumph" di Ivor Davies)
Da sinistra:
Edward Turner, Alex Scobie, Len Bayliss e Bob
Manns dopo il test
(da "The man
behind the motorcycles - Edward Turner" di
Jeff Clew)
Al termine
dell’esibizione i quattro collaudatore guidano
le moto nel viaggio di ritorno fino a Meriden
mentre in azienda Ivor Davies prepara tutto il
materiale necessario per annunciare l'evento
alla stampa. Il risultato raggiunto è ancora
più evidente se si considera che durante il
test è utilizzato carburante a basso numero di
ottani. Questo exploit accredita l’ultima
creatura di Ed Turner come una delle più
affidabili e prestazionali motociclette sul
mercato.
1949 -
Pubblicità presentazione Thunderbird
L'importanza
della T-bird per la Casa di Meriden è
testimoniata anche dalle numerose prove a cui
è sottoposta dalle autorevoli testate
giornalistiche inglesi del settore e da cui
risalta la grande maneggevolezza,
l'incredibile accelerazione, la semplicità di
guida, ed il confort anche dopo lunghi viaggi
a medie elevate. Grazie alla Thunderbird il
successo della Triumph in tutto il mondo
crescerà notevolmente, tanto che a Meriden si
decide di sospendere la produzione dei modelli
bicilindrici di 350 cc per concentrarsi sui
twin di cilindrata maggiore (500/650). La
Thunderbird sarà l’occasione per innovare il
parco motociclette di molte forze della
polizia che utilizzavano le Speed Twin.
La scelta
della cilindrata limitata a 649cc è dettata,
come spiegato dallo stesso Turner, al fatto
che il con questa cubatura il bicilindrico
aveva raggiunto il giusto compromesso tra
prestazioni, affidabilità e vibrazioni.
L’aumento di cilindrata da 500cc a 650cc,
oltre ad un leggero aumento di prestazioni,
garantisce anche una migliore affidabilità.
Il modello
avrebbe potuto avere più fortuna già dal primo
anno di commercializzazione negli USA se non
fosse stato verniciato del colore “Thunder
Blue” voluto da Turner, non molto apprezzato
dal pubblico americano, e soprattutto se
avesse avuto un carburatore più generoso che
non ne soffocasse così tanto le prestazioni.
Bisognerà attendere il 1951 perché le
lamentele dei venditori americani vengano
raccolte da Turner. La Thunderbird sarà
comunque fondamentale per la crescita delle
vendite negli USA dove già Triumph esporta
alla fine degli anni ’40 più del 60% della
produzione.
1949 - Triumph
Thunderbird
|
Il 13 giugno 1949 inizia
il campionato mondiale velocità con il Tourist Trophy
sull'Isola di Man. Le marche più importanti in
competizione sono le inglesi AJS, Triumph e Norton
contro le italiane Mondial, Benelli, Moto Guzzi e
Gilera. Si gareggia nelle categorie 250, 350 e 500
mentre le 125 e i sidecar si aggiungono al mondiale solo
con la seconda prova, il GP di Svizzera.
Il primo campionato
mondiale prevede sei gare: Isola di Man, Svizzera,
Olanda, Belgio, Irlanda del Nord e Italia: su un totale
di 45 iscritti al mondiale sono ben otto le Triumph
Grand Prix iscritte e sono pilotate da Syd Jensen,
William Petch, Jack Bailey, Arthur Wheeler, Ernie
Richard Thomas, Edward C. Nicholls e David Whitworth
(tutti inglesi tranne Syd che è neozelandese).
Il miglior risultato è
quello ottenuto da Syd Jensen che si classifica al
undicesimo posto del mondiale ottenendo un quinto posto
alla prima gara (Isola di Man) ed un nono posto al GP
del Belgio.
Al salone di Earls Court
in Ottobre, con uno spettacolare stand disegnato dallo
stesso Edward Turner, Triumph espone la gamma MY1950
caratterizzata dal nuovo badge sul serbatoio.
Nella seconda metà degli
anni '40 la Johnson Motors, importatore ufficiale
Triumph per tutto il mercato Usa, investe più di $85,000
per la nuova sede di Pasadena (California) e predispone
la nuova rete commerciale del mercato statunitense:
diventerà in pochi anni il mercato più importante per
Triumph (negli anni ’60 importerà circa 3.000 Triumph
all’anno).
La sede della Johnson
Motors importatore ufficiale Triumph per tutto il
mercato Usa nel 1949
Verso la fine dell’anno,
a causa della grande richiesta di motociclette, Triumph
è costretta ad aggiungere un turno di lavoro notturno in
modo da aumentare la produzione settimane a 250
motocilette (+20%).
La produzione Triumph
per il 1949 è pari a 11.877 unità di cui il 64% per
l'export.
La gamma Triumph per il
1949 comprende:
Top Range: |
|
Speed Twin |
497cc, ohv, Twin |
Tiger 100 |
497cc, ohv, Twin (sport version of Speed Twin) |
Trophy TR5 |
497cc, ohv, Twin |
De Luxe Model: |
|
3T |
349cc, ohv, Twin |
1949 - Catalogo Triumph
1949 - Triumph 3T
|