1991 - Inizio
produzione
Nella nuova fabbrica Triumph, uno stabilimento di 9000
metri quadri, lavorano 50 persone. John Rosamond,
ex-presidente della cooperativa di Meriden, è nominato
direttore marketing della nuova Triumph e altri cinque
lavoratori della precedente gestione sono assunti da John
Bloor. Oltre a queste persone di Meriden non ci sono altri
punti in comune con la vecchia gestione, perfino il logo
Triumph è stato modificato:
|
|
Logo Triumph in uso
a Meriden |
Primo logo di
Triumph Hinckley (1990) |
L’azienda è pronta per
entrare in produzione con l’inedita gamma: rispetto ai
prototipi presentati nel 1990 al salone di Colonia e al
NEC inglese vengono apportate alcune modifiche "suggerite"
dal pubblico. Mike Lock, allora responsabile commerciale
Triumph per il mercato europeo, in un’intervista
rilasciata nel 1991 racconta di queste modifiche
dell'ultimo minuto tra cui ricordiamo il manubrio più alto
per le Trident (i prototipi fotografati per il catalogo
1990 infatti avevano un manubrio basso) e le nuove
colorazioni per le Daytona (quelle originali non erano
piaciute al pubblico). Gli obbiettivi a medio termine
dichiarati dalla casa inglese sono una produzione iniziale
di 10.000 motociclette l’anno per poi stabilizzarsi a
circa 15.000 pz/anno.
1991 - Triumph Trophy
1200 pre-produzione (foto ufficiale, colorazioni non
definitive)
1991 - Triumph Trophy 900
pre-produzione (foto ufficiale, colorazioni non
definitive)
1991 - Triumph Daytona
1000 pre-produzione, la decals "Sport" è caratteristica
del primo anno di produzione
(foto ufficiale,
colorazioni non definitive)
4 cilindri pre-produzione
Triumph 1200 #000001 installato su Trophy 1200 il 6
febbraio '91
(foto
tratta da "Triumph
Motorcycles: Their Renaissance and the Hinckley
Factory" di John Tipler)
1991 - Trophy 1200: La
prima moto scesa dalla linea di produzione
Trophy “First Edition”
Triumph entra nel mercato con un primo lotto costituito da
100 esemplari di Trophy 1200 "First Edition" che vengono
spedite in Germania all'inizio del 1991. Le Trophy 1200
"First Edition" montano, a differenza della futura
produzione di serie, i dischi flottanti. L'azienda inglese
decide di entrare nel mercato inizialmente con un
quattrocilindri perché il mercato dell'epoca, sia nel
segmento sportivo che tourer, è dominato dalle
motociclette giapponesi dotate di questo frazionamento.
Ogni motocicletta è accompagnata da un certificato di
origine firmato dallo stesso John Bloor che ne certifica
l'autenticità. I numeri di telaio di questo lotto speciale
vanno dal #000011 al #000111.
1991 - Trophy 1200 "First
Edition": si notino i dischi flottanti e la prolunga del
porta targa posteriore (foto da rivista dell'epoca)
La prima motocicletta "First Edition" è ancora oggi
proprietà di Triumph, della seconda (telaio #000012) non
abbiamo notizie mentre la terza, fino al 2012, era di
proprietà di Jürgen Schnaller (titolare del omonimo
concessionario Triumph austriaco) che gentilmente ha
inviato queste foto:
1991 - Certificato "First
Edition" telaio #000013 firmato da John Bloor
La Trophy 1200 "First Edition" telaio #000013
Nel 2016 la “First Edition” telaio #000108 è stata
importata in Italia ed iscritta al Registro Storico
Triumph:
La
Trophy 1200 "First Edition" telaio #000108 iscritta al
Registro Storico Triumph
Altre foto di questo splendido esemplare sono disponibili
nella pagina RST 177.
Informazioni più dettagliate sulla storia delle Trophy
T300 sono disponibili nella pagina di fedrotriple.it 1991
Triumph Trophy 1200.
Le riviste del settore rimangono colpite dalla qualità
costruttiva generale e dalle prestazioni di cui la Trophy
1200 è capace: velocità massima pari a 245 km/h (ma
potrebbe arrivare ben oltre con una sesta più lunga),
125CV a 9000 giri e coppia 113Nm a 8000 giri. La
ciclistica si comporta dignitosamente pur avendo un telaio
non modernissimo. Sospensioni ed impianto frenante sono in
linea con le proposte della concorrenza.
Produzione di serie
La produzione di serie
inizia nel febbraio del 1991 con una media di circa cinque
motociclette al giorno ma già prima della fine del 1991
sarà necessario riprogettare parte delle linee di
produzione per aumentare i volumi visto che le richieste
del mercato superavano la capacità produttiva
dell’azienda.
Il primo esemplare ad
uscire dalla catena di montaggio è una Trophy 1200cc che,
ancora oggi, è esposta nel museo della fabbrica di
Hinckley. Nel frattempo nel reparto di Ricerca &
Sviluppo di Triumph non si rimane con le mani in mano:
mentre la linea sforna le prime motociclette, i
progettisti stanno già lavorando ai nuovi modelli ed in
particolare alle future Sprint 900 e Tiger 900.
1991 - Triumph Factory T1
1991 - Due articoli dell'epoca sulla nuova Triumph
Dal punto di vista
commerciale c'è molto da fare: della vecchia rete vendita
pre-Hinckley non è infatti rimasto quasi nulla e gli
uomini di Bloor devono ricominciare da zero.
Le prime motociclette a
essere disponibili sul mercato, se non consideriamo il
lotto “First Edition” del 1990, sono le Trophy 1200
prodotte dal febbraio del 1991 e vendute nel mese
successivo in Germania ed Inghilterra. La Daytona 1000,
l’altra quattro cilindri, è il secondo modello ad entrare
in produzione a metà maggio '91. Ad inizio giugno vengono
assemblate le prime motociclette dotate del trecilindri:
per prime la Trophy 900 e la Daytona 750 e alla fine dello
stesso mese entrano in produzione anche le Trident 750 e
900. Le Trophy 1200 verranno vendute con potenze diverse a
seconda del mercato di destinazione: 143 CV in Australia,
125 CV in Inghilterrae 100 CV in Francia e Germania.
Informazioni più
dettagliate sulla storia delle Trident 750/900 sono
disponibili nella pagina di fedrotriple.it
1991
Triumph Trident 750&900.
Una caratteristica che identifica i motori dei primi anni
’90 è il numero di serie stampato direttamente sulla parte
anteriore del carter. Successivamente il numero del motore
verrà spostato nella parte superiore (lato destro), e poco
dopo, lo stesso numero verrà stampato utilizzando il
sistema “dot matrix”:
|
|
1991 - Motore
preserie |
1992 - Motore di
serie |
La motocicletta con
telaio #200 è una Trophy 1200 nella colorazione “Red”
destinata al mercato inglese, la motocicletta con telaio
#500 è una Daytona 1000 nella colorazione “Red” destinata
al mercato inglese e immatricolata nell’agosto del 1991
mentre il telaio #1.000 è associato ad una Trident 900
nella colorazione “British Racing Green” destinata al
mercato inglese e immatricolata il primo settembre 1991.
La Trophy 1200 con telaio #1337, prodotta sempre nel
settembre del 1991, sarà la prima Triumph ad essere
importata in Italia per il salone motociclistico di Milano
ed è anche la prima iscritta al Registro Storico Triumph
visibile nella pagina RST 001.
Nell'ottobre del '91 le nuove Triumph sono disponibili
anche in Olanda, Austria e Francia mentre bisogna
attendere quasi la fine del 1991 perché le motociclette
siano disponibili in Italia, Nuova Zelanda e Lussemburgo.
Un altro importante mercato è rappresentato dal continente
australiano che nel primo anno importerà ben 92
motociclette grazie ai fratelli Chiodo, storici
importatori Triumph dal 1975.
Con la fine del 1991,
primo anno di produzione delle Triumph di Hinckley, si
raggiungono circa 1200 motociclette prodotte di cui 800
destinate al mercato inglese.
1991 - Disegno del
trecilindri Triumph
1991 - Daytona 1000 in
prova
1991 - Una delle prime
pubblicità Triumph pre-vendita (si notino le foto
tratte dal catalogo pre-produzione)
Interviste rilasciate in occasione del primo
TriumphLive del 2010
In occasione del
TriumphLive del 2010, l'evento con cui la casa inglese ha
festeggiato i suoi primi 20 anni dalla rinascita, la
rivista MCN ha raccolto alcune interviste in cui i
protagonisti della rinascita di Triumph raccontano i loro
ricordi dei primi anni ad Hinckley.
John Bloor – Fondatore e titolare di Triumph:
"All’inizio dell’avventura con Triumph, a metà degli
anni ’80, non ero mai stato sicuro che avremmo iniziato
a produrre moto. Inizialmente abbiamo investito del
tempo per capire cosa avremmo dovuto fare. Abbiamo
costruito alcuni prototipi e ci siamo fermati a
ragionare. Poi abbiamo assunto qualche persona in più
nell’unità di Coventry (si veda Storia Triumph
1983-1990) e costruito dei prototipi definitivi.
Poi ci siamo fermati ancora ed abbiamo analizzato
nuovamente la situazione. Dopo tutte le valutazioni del
caso abbiamo deciso di continuare ed ho deciso di
iniziare la produzione di serie. Costruire la fabbrica
fu la parte più facile, infatti la parte più difficile è
sempre trovare le persone giuste. Abbiamo dovuto
prendere giovani ingeneri appena laureati senza
esperienza ed insegnare loro il lavoro. Direi che circa
il 95% del personale che ho assunto nel primo periodo
era sotto i 30 anni. Anche oggi continuiamo ad assumere
personale appena laureato. Devi avere le persone giuste,
loro sono le risorse più importanti di un’azienda. Ad
essere onesti, qualche volta penso di essere stato un
idiota! Triumph ha assorbito una grande parte della mia
vita e non solo. Eravamo in azienda dal lunedì alla
domenica senza contare le ore. Quando la prima
motocicletta scese dalla linea di produzione tutti
eravamo convinti che tutto sarebbe andato per il meglio.
Questa è la cosa che ricordo."
Steve Steward - In Triumph dal 1986 (uno dei primi
dodici del team iniziale di sviluppo) nel 2010 gestiva il
reparto progettazione e sviluppo: "Abbiamo avuto un
sacco di battute d'arresto, visto che le nostre
conoscenze in fatto di progettazione ed
industrializzazione erano limitate. È stato un periodo
di grande esperienza ed ogni giorno imparavamo qualcosa
di nuovo, ma non tutti sono riusciti a stare al passo.
In poco tempo fu chiaro che il ruolo degli ingeneri in
Triumph non era per niente facile e per un certo periodo
facemmo fatica a trovare persone interessate a lavorare
con noi. Ad ogni modo negli anni siamo riusciti a
costruire un team di persone preparate e motivate."
Dave Rawlins - Collaudatore entrato in Triumph nel
1989: "In Triumph ho avuto l’onore di lavorare con
molte persone valide e penso che John Bloor sia la
migliore fra tutte. Ritengo che nessun altro avrebbe
potuto fare quello che ha fatto lui per Triumph.
Sicuramente è stato un ottimo pianificatore ed ha saputo
portare tutti al limite. Ha sempre voluto, ed ottenuto,
il 110% dalle persone che lavoravano con lui. Il mio
primo contatto con Triumph è stato nel 1989 quando ho
guidato uno dei loro prototipi. Al tempo lavoravo come
tester freelance per la VCA (Vehicle Certification
Autority). Il test fu effettuato a Bruntingthorpe ed il
primo giro fu pauroso, la “cosa” che stavo guidando
ondeggiava in modo incredibile e non voleva curvare. Non
era piacevole da guidare ma il motore era potente e
questo, purtroppo, rendeva le cose ancora peggiori! Ebbi
un incontro con il responsabile della progettazione e
dello sviluppo ed il suo responsabile dove discutemmo il
risultato del test. Mi chiesero se avessi la possibilità
di collaborare eseguendo qualche test per un paio di
settimane… e sono in azienda da 16 anni! Per quanto mi
riguarda la moto migliore da noi costruita è stata la
Daytona 675!"
Gary McDonnell - Collaudatore e reparto sviluppo
(poi in Triumph Australia): "Durante il mio primo
giorno di lavoro in Triumph ho visto un tipo spazzare e
buttare delle immondizie in un cestino. Ho chiesto chi
fosse e mi hanno risposto che era John Bloor, il
proprietario! Questo fu il mio primo contatto con John e
posso dire ancora oggi che il suo essere “fra i suoi
uomini” non è cambiato nonostante siano passati tanti
anni. Il primo periodo in Triumph è stato il più bello:
eravamo in un’azienda completamente nuova senza problemi
economici, pulita e segreta! Mi resi conto che stavo
partecipando alla rinascita dell’industria
motociclistica inglese: qualcosa di veramente speciale
stava per nascere. I ricordi più belli sono legati ai
test su strada delle nuove motociclette, personalmente
ricordo di aver guidato il primissimo prototipo
trecilindri. Ne parlai con John Eastham – che era il
nostro “official controller” – e dissi: non penso che
stiamo solo costruendo moto, stiamo scrivendo anche la
storia. Iniziammo la produzione “di massa” con otto
motociclette al giorno: si trattava della Trophy 1200
per il mercato tedesco.”
Bruno Tagliaferri – dal 1989 in Triumph,
responsabile vendite UK entrato in azienda per creare la
rete vendita: "Chiunque abbia lavorato in Triumph si è
reso conto con i propri occhi dell’enorme quantità di
denaro investita nell’azienda. John ha avuto il coraggio
di investire in un periodo in cui nessuno scommetteva
nell’industria inglese." Quando Tagliaferri entrò
in Triumph, ossia sei mesi prima dell’inizio della
produzione, non esisteva nessuna rete vendita sebbene le
linee di produzioni fossero già pronte. Fortunatamente
Tagliaferri aveva l’esperienza di 12 anni come "sales and
marketing" in Honda e questo fu d’aiuto per aprire la
prima rete formata da 35 punti vendita entro il marzo del
1991.
Le prime Triumph
arrivano in Italia
Se non consideriamo un piccolo lotto di circa 25 Triumph
Bonneville 750 T140 prodotte da Les Harris ed importate in
Italia dalla Numero Uno (importatrice Harley-Davidson in
Italia), nel nostro paese non arrivarono nuove Triumph per
quasi un decennio. Il rientro delle motociclette inglesi
in Italia si deve ai soci della Numero Uno (Roberto
Crepaldi, Max Brun e Carlo Talamo) che decidono di fondare
la Numero Tre, la società che importerà in Italia, in
esclusiva, le Triumph dal 1991 al 2002. Informazioni più
dettagliate sulla storia della Numero Tre sono disponibili
nella pagina di fedrotriple.it
Storia della
Numero Tre Triumph.
Il Salone Motociclistico
di Milano del novembre 1991 fu l’occasione per presentare
le moto al pubblico italiano (padiglione 17 - stand 044).
La partecipazione al salone fu decisa all’ultimo momento
per non perdere l’appuntamento con gli appassionati che
sempre numerosi partecipano a questa manifestazione.
Dall’Inghilterra arrivarono le sei motociclette
successivamente esposte al salone: una di queste, la
Trophy 1200 telaio #1337 prodotta nel settembre 1991, è
oggi di proprietà di Sandro Zornio presidente e fondatore
del Registro Storico Triumph in Italia. La storia di
questo esemplare è disponibie qui Trophy 1200
Talamo.
Alcuni dei modelli Triumph
esposti a EICMA (Motociclismo dicembre 1991)
1991 - La prima
pubblicità Triumph in Italia creata dalla neonata Numero
Tre
Nel numero di novembre 1991, Motociclismo pubblica un
articolo sulla nuova Daytona 1000 che vi proponiamo qui di
seguito:
La Daytona 1000 su
Motociclismo Novembre 1991
1992
La gamma 1992 rimane sostanzialmente invariata rispetto a
quella dell'anno precedente. Cambia il nome delle Trophy
che vengono battezzate Trophy 3 e Trophy 4, le Trophy
guadagnano nuove grafiche monocromatiche.
1992 - Trident 750 (dal
Catalogo Triumph 1992)
1992 - Trident 900 (dal
Catalogo Triumph 1992)
1992 - Trophy 3 (dal
Catalogo Triumph 1992)
1992 - Trophy 4 (dal
Catalogo Triumph 1992)
1992 - Daytona 750 (dal
Catalogo Triumph 1992)
1992 - Daytona 1000 (dal
Catalogo Triumph 1992)
1992 - Propulsori (dal
Catalogo Triumph 1992)
Nella prima parte dell'anno iniziano le vendite in Italia,
Spagna, Svizzera e Giappone. L'Australia importa, e vende,
nel 1992 ben 172 motociclette. La moto con il telaio
#5000, una Trophy 1200 nella colorazione “Grey”, esce
dallo stabilimento nel settembre 1992.
Nell’ottobre del 1992, in occasione del salone di Colonia,
vengono presentate la Daytona 900, l’enduro Tiger 900 e la
sport tourer Sprint 900. Il mese successivo, al salone di
Birmingham, è il turno della Daytona 1200 accreditata di
ben 147 cv.
I modelli MY1993 Triumph
presentati a Colonia nel 1992 (Motosprint)
1992 - Daytona 1200cc da 147 CV ed oltre 275 km/H -
Presentazione ufficiale al Salone NEC di Birmingham
Le nuove Daytona 900 e
1200, che sostituiscono i precedenti modelli 750 e 1000
rafforzando così l’impronta sportiva delle Daytona, sono
riconoscibili dalla nuova linea arrotondata nel posteriore
e dalle seguenti modifiche: foderi della forcella neri,
cerchi verniciati di nero, cupolino più basso, altezza
sella ridotta a 790mm, coprisellino posteriore e terminali
di scarico lucidati. Sono rimasti invariati il serbatoio
benzina e le carenature. Altra caratteristica che
distingue le nuove Daytona sono le colorazioni aggiornate,
fra cui spicca Racing Yellow.
La nuova Daytona 900
mantiene le stesse specifiche tecniche degli altri modelli
dotati del tre cilindri 885cc da 100CV e lo stesso telaio
della Daytona precedente. La versione 1200 monta invece il
quattro cilindri 1180cc derivato da quello montato nella
Trophy 1200 dal quale si differenzia per i nuovi pistoni
ad alta compressione (12:1 contro il precedente 10,6:1),
per i nuovi alberi a camme più spinti e per le guide
valvole più corte che portano la quattro cilindri ad
erogare ben 147 CV. In quegli anni esisteva un
“gentlemen's agreement” tra i costruttori di motociclette
per limitare la potenza a 125CV: la Daytona 1200 fu la
prima ad infrangere questo tetto e da lì a poco l’accordo
venne dimenticato. Il telaio, come già ricordato, è
invariato rispetto alle precedenti Dayona mentre è nuova
la forcella Kayaba da 43mm così come la molla
dell’ammortizzatore progressivo posteriore (fattore K più
elevato).
La Sprint 900, svelata al salone di Colonia del 1992,
deriva dalla Trident 900 alla quale è stata aggiunta una
mezza carena con il caratteristico doppio faro tondo. Le
carene laterali riportano ancora il logo Trident mentre il
propulsore è verniciato in grigio antracite. I
silenziatori sono nuovi e specifici per questo modello.
Informazioni più dettagliate sulla storia della Sprint le
trovate nella seguente pagina di fedrotriple.it 1993-1998
Triumph Sprint T300.
Salone di Colonia 1992 -
Presentazione Sprint 900
L’altra novità del 1992 è la proposta enduro-stradale
denominata Tiger che entra in concorrenza con la Cagiva
Elefant e la Yamaha Super Ténéré. Il motore, comune a
Trident e Trophy, è stato addolcito nell'erogazione (85
CV) ed irrobustito nella coppia grazie ad specifici alberi
a camme e valori d'anticipo diversi. Particolarità del
primo anno di produzione sono i carter motore in tinta con
la carrozzeria. L'introduzione della Tiger porta anche la
progettazione del primo serbatoio in plastica di Triumph e
l'utilizzo di sospensioni più evolute rispetto quelle
utilizzate ad allora. Informazioni più dettagliate sulla
storia della Tiger le trovate nella seguente pagina di
fedrotriple.it 1993-1998
Triumph Tiger.
Salone di Colonia 1992 -
Presentazione Tiger 900
Nel novembre del 1992 Allan Hurd, il responsabile tecnico
Triumph, in occasione della presentazione della gamma
1993, dichiara: "Le nostre Daytona si posizionano come
concorrenti delle CBR o ZZR 1000, visto la potenza di
147 CV della 1200cc ed i 100CV della 900. In più
proponiamo le Trident 750 e 900 che sono orientate ad
utilizzo più stradale vista la mancanza della carenatura
e possono essere considerate come concorrenti della
nuova Suzuki GSX1100G. I prezzi di vendita saranno
fissati a £6900 (Daytona 1200), £6200 (Daytona 900),
£5600 (Trident 900) e £5200 (Trident 750)". In
aggiunta, Allan Hurd, spiega il motivo per il quale
Triumph non aveva ancora affrontato il mercato francese
che, nel 1992, era il più importante d'Europa: “Noi
pensiamo alla Francia, ma non vogliamo precipitare le
cose. Sono oltre sei anni che lavoriamo sulla gamma
delle nostre motociclette e vogliamo continuare ad
avanzare un passo alla volta per non commettere errori.
Abbiamo iniziato la commercializzazione in Inghilterra
per ovvie ragioni, ed abbiamo pensato alla Germania
perché è un mercato esigente ritenendolo un ottimo banco
di prova per testare la qualità delle nostre moto.
Questo non vuol dire che ci dimenticheremo di Francia,
Spagna o Italia ma semplicemente che arriveremo in un
secondo tempo. È inoltre doveroso ricordare che prima di
vendere le nostre moto dobbiamo creare una struttura
commerciale e post vendita tale da poter supportare al
massimo la nostra clientela anche dopo l'acquisto del
prodotto."
Qui trovate un
interessante video promozionale di Triumph prodotto nel
1992 che vi porta dentro lo stabilimento produttivo di
Hinckley dove sono costruite le motociclette inglesi
(cliccate sull'immagine sottostante):
1992 - Video promozionale
Triumph
Inizio vendite in
Italia
A Milano in via Niccolini
25 apre il primo storico concessionario Numero Tre: le
nuove Triumph saranno disponibili dal febbraio del 1992 ad
un prezzo variabile dai 14 ai 18 milioni di lire. Nel
maggio del ’92, dopo aver ottenuto l’omologazione dei
modelli, iniziano le immatricolazioni delle prime Triumph
in Italia. Inizialmente, non essendoci ancora una rete
vendita dedicata, le Triumph sono esposte nei
concessionari della Numero Uno (Harley-Davidson) in
particolare nei negozi di Roma e Firenze (entrambi di
Carlo Talamo).
Entro la fine del 1992
nascono le prime Numero Tre a Bergamo, Roma, Ferrara,
Pavia e Torino, tuttavia a dispetto della promessa fatta
agli inglesi, ossia quella di vendere nel primo anno ben
400 motociclette, le immatricolazioni in Italia per il
1992 si fermano a quota 39 esemplari.
1992 - Numero Tre Milano
(si noti la Trophy 1200 nera e verde, la
RST
001)
1992 - Numero Tre Milano
1992 - Numero Tre Milano
1992 - Prove di
omologazione della Trophy 1200 - Marene Pista FIAT
(Grazie ad Eligio Baita per la foto)
Trophy 1200 con grafiche
personalizzate dall'importatore Carlo Talamo.
La Trident 900 con
grafiche personalizzate dall'importatore Carlo Talamo.
1992 - Pubblicità Numero
Tre (la prima officina di via Niccolini a Milano)
1992 - Pubblicità Numero
Tre (si noti la Trophy 1200 nera e verde, la
RST
001)
1993
Oltre ai nuovi modelli presentati ai Saloni del 1992 sopra
descritti, nel 1993 l'intera proposta delle motociclette è
aggiornata. La gamma precedente (MY1991 e MY1992) non era,
secondo la critica, ben definita e segmentata: le Trophy
erano troppo sportive per essere considerate vere tourer,
le Daytona poco sportive e le Trident un po’ anonime nelle
colorazioni. Con i MY1993 i vari modelli vengono
caratterizzati in modo più chiaro e, finalmente, anche dal
punto di vista delle colorazioni si inizia a vedere
qualcosa di interessante.
Le nuove brillanti
verniciature, oltre che esteticamente diverse dalle
precedenti, sono anche frutto del nuovissimo impianto a
polvere epossidica appena istallato a Hinckley. Anche i
telai ed i motori vengono, da quest’anno, verniciati in
casa: "grafite" per le Trophy e le Sprint e "nero" per le
sportive Daytona e per le Trident. Rispetto all’anno
precedente si notano subito le nuove fiancatine laterali
dalla linea più slanciata e i collettori di scarico
rifiniti in nero estesi a tutta la gamma. I motori a tre
cilindri guadagnano un nuovo sistema di bilanciamento e di
conseguenza una riduzione delle vibrazioni (in alcune
prove della stampa specialistica si nota anche un
miglioramento dell’erogazione a tutti i regimi). Un breve
video della gamma MY1993 (in francese) è disponibile qui:
https://youtu.be/dXFr6_mOgus.
Nel luglio del 1993 sono
raggiunte le 10.000 motociclette: il telaio #10000 è
associato ad una Sprint 900 “British Racing Green”
destinata al mercato inglese. Le Trident 750 e 900
rappresentano quasi il 60% del venduto.
1993 - Triumph Trident 900
1993 - Triumph Trident 900
1993 - Triumph Tiger 900
1993 - Triumph Tiger 900
1993 - Sprint 900
1993 - Trophy 3 (900)
Con la fine del 1993
vengono presentati alla stampa due modelli iconici della
casa inglese: la Daytona Super III e la Speed Triple 900.
Daytona Super III
Derivata dalla Daytona
900 trecilindri, la nuova Super III è dotata di molti
particolari in fibra di carbonio: parafanghi, carter,
copri catena e rivestimento degli scarichi. L'impianto
frenante è dotato di pinze a 6 pistoncini. Le modifiche
più interessanti sono tuttavia presenti all'interno del
propulsore: grazie alla collaborazione con "Cosworth
Castings" vengono rivisti i carter del motore (disegno,
stampi e metodo di costruzione "pressure sandcast method")
riducendo così il peso del motore di 4,5 kg e migliorando
al contempo le tolleranze di lavorazione (i nuovi carter
sono riconoscibili dalla mancanza del coperchio d'accesso
alla ruota libera). Altre modifiche apportate sono la
revisione del sistema di regolazione automatica del gioco
della catena di distribuzione primaria, il relativo
trattamento termico ed il rinforzo della ruota libera. I
nuovi alberi a cammes offrono diagrammi più spinti per
migliorare la coppia di erogazione. Sempre in
collaborazione con Cosworth vengono ridisegnati pistoni,
valvole e condotti di alimentazione. Il rapporto di
compressione cresce a 12:1 grazie a pistoni ad altra
compressione e ad una nuova lavorazione della testa. Tutto
questo lavoro porta ad erogare una potenza di 115 cv.
Questo modello, costruito in serie limitata di 805
esemplari nell’arco di circa tre anni, è assemblato
completamente a mano. In Italia è in vendita a 21.000.000
di lire.
1993 - Triumph Daytona
Super III
Speed Triple (T309)
Questa nuova cafè racer,
il cui nome ricorda la mitica Speed Twin del '36 di Turner
ed il cui look riprende le mitiche cafè racer che
spopolavano negli anni '50-'60, deriva dalla Trident 900
alla quale sono state apportate le seguenti modifiche:
nuovo cruscotto con sfondo bianco e posizione più
verticale, look all-black, coprisellino in tinta,
semimanubri ed impianto di scarico con look più sportivo.
Il motore rimane lo stesso tre cilindri 885cc con 98CV
dichiarati e frizione a comando idraulico. Il cambio è a
cinque marce (contro i 6 rapporti della Trident 900) ed il
propulsore guadagna gli stessi carter alleggeriti della
Daytona 900 Super III. La sua più diretta concorrente è la
Ducati Monster 900.
Speed Triple MY1994
Al salone di Milano del 1993 viene esposta anche una Speed
Triple verniciata dello stesso Racing Yellow proprio della
Daytona Super III, colorazione che entrerà in produzione
ma non arriverà in Italia. Sul mercato Italiano la Speed
sarà disponibile nei colori jet (diablo) black e orange
fireball. In Italia viene venduta a 16 milioni di lire: in
breve diventerà la Triumph più venduta nel nostro mercato
e sarà riconosciuta come "la" cafè racer degli anni '90”.
Alla fine del 1996 verrà prodotto, come MY1997, un piccolo
lotto di 250pz di Speed Triple 750cc (stesso propulsore
della Trident 750). Informazioni più dettagliate sulla
storia della Speed Triple T309 sono disponibili nella
seguente pagina di fedrotriple.it Speed Triple 900
(1994-1997).
1993 La Numero Tre espone
al Salone di Milano
Un'analisi tecnica del tre cilindri Triumph pubblicata sul
numero Maggio 1993 di Motociclismo
Marzo 1993 - Motosprint
prova la Daytona 1200
1993 - Triumph Daytona 900
1993 - Foto dal catalogo
ufficiale Triumph
1994
Nel 1994 entrano in produzione due modelli iconici: la
Speed Triple, uno dei futuri bestseller della casa
inglese, e la mitica Daytona Super III. Con l'arrivo di
questi due modelli la gamma Triumph comprende 10
motociclette diverse.
1994 - Carlo Talamo e la
nuova Speed Triple MY1994
La Trident 900, il
modello più venduto della casa, è impreziosito dalla
sospensione posteriore a doppia regolazione, dalle leve
dei freni regolabili e da un nuovo faro con supporto
frecce cromato. La Sprint guadagna i dischi flottanti
Nissin da 320mm all'anteriore e il singolo disco da 255mm
al posteriore (lo stesso della Daytona).
Nel corso dell'anno tutti
i modelli ricevono alcune delle migliorie produttive
introdotte in anteprima nella Daytona Super III: la
fusione delle testate e dei carter in sabbia a bassa
pressione in luogo alla tradizionale alta pressione che
permette di ottenere materiali più resistenti (trazione),
un risparmio di peso del circa 20% e migliori tolleranze
costruttive.
La volontà della casa
inglese di rifarsi al glorioso passato si nota dai piccoli
particolari come la presenza sulla piastra superiore, in
tutta la gamma, della placca triangolare con il marchio
Triumph, la stessa che compariva sui coperchi del carter
nei gloriosi bicilindrici di Meriden. Nei modelli Hinckley
precedenti una piastrina simile, che riportava anche il
numero del brevetto, era fissata sul telaio.
1994 - Triumph Daytona
Super III
1994 - Triumph Trident
1994 - Triumph Tiger
1994 - Triumph Sprint
1994 - Triumph Daytona
1994 - Triumph Trophy 4
Il 1994 va ricordato
anche per la nascita della divisione accessori composta
inizialmente da due sole persone (il primo catalogo verrà
pubblicato nel 1995) e per il ritorno nel mercato
americano attraverso la "Triumph Motorcycles America Ltd"
fondata nel marzo 1994 ma che inizierà le importazioni in
USA solo nel 1995. Con il salone motociclistico di
Toronto, Triumph fa il suo ingresso ufficiale anche nel
mercato canadese. Questi due mercati, Canada e USA, negli
anni '50-'60 assorbivano la maggior parte delle
bicilindriche prodotte e Meriden.
John Bloor proprietario
dell’azienda inglese dopo aver visto in una rivista la
Over 850, una special giapponese costruita sulla base
della Yamaha TDM, decide di costruire una sportiva dal
gusto classico. Il primo team di progettisti dedicato a
questo nuovo progetto è composto da 50 tecnici: il
progetto doveva essere pronto per l’autunno del 1994. La
prima versione fu scartata perché “poco originale” mentre
la seconda perché “troppo costosa”. La nuova moto avrebbe
infatti dovuto far concorrenza alla CBR 900 e alla Ducati
916 sia dal punto di vista delle prestazioni che del
prezzo. In una prima fase venne anche valutata la
possibilità di progettare un bicilindrico da elevate
prestazioni, scelta poi abbandonata. Il terzo progetto,
frutto di un compromesso fra i primi due, è quello che poi
porterà alle future T595/T509.
L’anno finanziario si
conclude, per la prima volta, con il bilancio positivo per
Triumph (al netto degli investimenti iniziali).
La prima “moder classic” dell’era Hinckley è svelata al
pubblico, assieme alle novità per il 1995, al salone di
Colonia: si tratta delle Thunderbird tricilindrica 885cc.
Thunderbird 900
Con la rinascita della
Triumph nel 1991 i nostalgici del marchio si aspettavano
qualcosa più vicino alla produzione classica di Meriden:
questi appassionati hanno dovuto aspettare cinque anni
affinché Triumph presentasse la più classica delle Triumph
di Hinckley, la nuova Thunderbird a trecilindri. Il nome
rievoca la mitica motocicletta utilizzata negli anni ’50
da Marlon Brando nel film "Il Selvaggio" e l'azzeccata
linea stilistica ricorda le storiche bicilindriche d'epoca
a partire dal fregio sul serbatoio. Il classico tre
cilindri 900 è depotenziato a 70 CV: il rapporto di
compressione che scende da 10,6:1 a 10,1:1, vengono
adeguati carburazione-scarico-filtro d'aria e sostituiti
gli alberi a cammes (uguali a quelli montati nella Tiger).
Il motore è caratterizzato esteticamente grazie
all'abbondanza delle cromature e alla nuove forme esterne
(tutte le fusioni delle parti esterne, tranne il carter
inferiore, sono nuove).
Bozzetto Triumph Thunderbird
Nuovo è telaietto
posteriore a tubi tondi così come le classiche ruote a
raggi (36 raggi all'anteriore e 40 al posteriore). Il
cerchio è fornito dallo stesso storico produttore delle
ruote originali dell'era Meriden, la spagnola Akront. La
Thunderbird è dotata del disco freno di diametro più
elevato fino ad ora utilizzato da Triumph (320mm anteriore
e 285mm posteriore). I colori disponibili, nel primo anno
di commercializzazione, sono Diablo Black, Aegean Blue,
Cherry Red e Cherry Red/Cream.
Carlo Talamo in sella ad un
prototipo della Thunderbird nel cortile della fabbrica ad
Hinckley.
Si riconoscono da sinistra verso destra: Fabrizio
Farinelli di N3 Roma, Nicola Martini di N3 Verona e
Beppe Sacchi N3 Milano (grazie a Eligio per la foto).
Salone di Colonia ottobre
1994 - Presentazione della Thunderbird 900
Informazioni più dettagliate sulla storia della
Thunderbird sono disponibili nella seguente pagina del
sito fedrotriple.it 1995 Triumph
Thunderbird 900.
Se avete piacere di
leggere un vecchio articolo di Classic Bike 02-1994
(Grazie a Wuming) nel quale il mitico pilota Triumph Vanni
Blegi ci racconta la Daytona 1200, cliccate la seguente
immagine:
1994 - Vanni Blegi e la
Triumph Daytona 1200
Speed Triple Challenge
Il 24 luglio 1994, in
occasione della tappa di Donington del campionato
Superbike inglese, si disputa una gara dimostrativa del
“Speed Triple Challenge”, un trofeo monomarca creato dalla
casa inglese a scopo promozionale, che si correrà dal
1995. Lo “Speed Triple Challenge” si sviluppa in otto
gare, tipicamente da 10 giri, nei più importanti circuiti
inglesi: Mallory Park, Brands Hatch, Cadwell Park,
Donington Park, Oulton Park e Silverstone. Le Speed Triple
utilizzate in gara mantengono le sovrastrutture di serie
al fine di rendere la motocicletta il più possibile simile
a quella disponibile nei concessionari. Ben visibili i
loghi dello sponsor principale, Mobil, e quello
Triumph. Di serie anche il telaio, i cerchi,
l’alternatore, il limitatore giri, i carburatori,
l’airbox, e il serbatoio del carburante, mentre tutto il
superfluo poteva essere eliminato (fanali, specchietti,
indicatori di direzione, pedane posteriori, cavalletto e
clacson). Ron Haslam fu il testimonial d’eccellenza del
trofeo.
1994 - Speed Triple
Challenge
(foto
tratta da "Triumph
Motorcycles: Their Renaissance and the Hinckley
Factory" di John Tipler)
1994 - Speed Triple
Challenge
(foto
tratta da "Triumph
Motorcycles: Their Renaissance and the Hinckley
Factory" di John Tipler)
1994 - Speed Triple
Challenge
1994 - Foto tratte dal
catalogo ufficiale
1995
Il 1995, come anticipato,
va ricordato per il ritorno alla motocicletta "classica",
grazie all'inizio delle vendite della Thunderbird 900
presentata l'anno precedente al salone di Colonia (ottobre
1994). Grazie alla nuova motocicletta, l’azienda inglese
ritorna sugli schermi del cinema Hollywoodiano in “Barb
Wire”, una pellicola con protagonista Pamela Anderson.
1995 Pamela Anderson in sella alla Triumph Thunderbird
La prima Thunderbird
scesa dalla linea di montaggio viene spedita in Giappone
dove è consegnata, il 28 gennaio del 1995, a Mr.Arai
proprietario dell'omonima azienda di caschi che si era
innamorato della moto dopo averla vista al salone di
Colonia. Questo esemplare fa parte del primo lotto di 130
pz prodotti nei primi mesi del 1995.
Consegna da parte di
Darren Payne (direttore marketing Triumph) della prima
Thunderbird 900 a Mr.Arai.
1995 - Salone di
Birmingham - Thunderbird 900 e alcuni
concessionari Numero Tre
Da sinistra: Paolo Mazzetti (N3 Bologna), N3 Catania,
Nicola Martini (N3 Verona), Carlo Talamo,
Fabrizio Farinelli (N3
Roma) ed un inglese di Triumph UK (grazie a Eligio per
la foto).
1995 - Triumph
Thunderbird (foto da catalogo ufficiale)
Altra novità è la nuova linea di abbigliamento ed
accessori “Triple Connection” disponibile a catalogo. La
scelta del nome “Triple Connection” fu una decisione
imposta dal fatto che esisteva un’azienda tedesca che
aveva i diritti per produrre abbigliamento a marchio
Triumph.
Nel mese di agosto sono raggiunte le 30.000 motociclette
prodotte dall'inizio dell'era Bloor (la Thunderbird con il
telaio #30.000, acquistata dall’importatore Triumph
australiano Steve Chiodo, accoglie i visitatori
nell'ingresso principale della sede di Triumph Australia).
Le motociclette vengono importate anche in Sud Africa e
Singapore (giugno).
1995 - Triumph Daytona 1200
1995 - Triumph Daytona Super III
1995 - Triumph Speed
Triple 900
1995
- Triumph Tiger 900
L'azienda
impiega circa 300 persone e la produzione annuale si
attesta a 12.000 unità. Harry Robson è il responsabile
qualità Triumph. Dal 1995 le pinze freno anteriori
riportano il marchio "Triumph" anzichè "Nissin" (non per
tutta la gamma).
La Trident MY1992 del cliente Andy Utting, dopo aver
percorso oltre 250.000 miglia, viene riacquistata da
Triumph per un'analisi approfondita, in cambio riceve una
nuova Daytona 900. Il motore, dopo essere stato analizzato
dai tecnici inglesi, è stato esposto all’interno
dell’azienda fino all’incendio del 2002.
Lo stabilimento Triumph è fra i più moderni al mondo in
particolare il magazzino interno dei componenti che è
completamente automatizzato. I collaudi durante la
produzione sono frequenti: il motore per esempio viene
testato prima di essere montato nel telaio verificando il
corretto funzionamento dell'accensione, alternatore,
compressione, perdite e altri importanti controlli. Ogni
singolo pezzo della carrozzeria è controllato e rifinito a
mano ed ogni motocicletta viene testata nel banco a rulli
misurandone la potenza e verificando, oltre alla frenata,
gli altri paramentri funzionali. Il collaudore Bill
(ultima foto in basso a destra) percorre circa 20.000 km
all'anno senza muoversi di un solo passo!
Per
lo sviluppo della nuova Thunderbird sono stati necessari
circa 18 mesi di lavoro, un investimento di oltre un
milione di sterline e quasi un anno per aggiornare gli
impianti produttivi comprensivo del nuovo impianto per la
cromature. Data infatti la difficoltà di trovare un
fornitore che fosse in grado di garantire una cromatura di
qualità, Triumph decide di crearsi all'interno un impianto
dedicato. Il nuovo impianto automatizzato permette di
cromare in casa collettori di scarico, manubri,
silenziatori, fanali, radiatori, airbox ed altri
particolari. L'impianto, gestito al tempo da Ian Knott e
John New, prevede undici fasi di controllo durante il
processo al fine di ottenere cromature di ottima qualità.
Triumph dedica, inizialmente, il 25% della capacità
produttiva per la produzione della nuova Thunderbird.
Stabilimento Triumph a
metà degli anni '90
Nel numero di aprile di Motociclismo è pubblicato un
interessante articolo sullo stabilimento Triumph che
riportiamo qui di seguito:
Nei consueti saloni invernali, Triumph svela i nuovi
modelli per il 1996: la nuova generazione della Trophy e
la Adventurer.
La Trophy è profondamente rivista sia nello stile che
nell'equipaggiamento e si volge nettamente al granturismo,
perdendo un po' di sportività rispetto al precedente
modello. L'inedita carenatura è caratterizzata dal nuovo
gruppo ottico, da ampie feritoie laterali per smaltire il
calore del motore ed da grande cupolino per migliorare la
protezione del pilota. Il cruscotto, fornito dalla CEV,
riprende quello della Speed Triple con l'aggiunta
dell'orologio e l'indicatore di benzina. I fianchetti e
codino derivano dalla Sprint. Tra gli accessori più
venduti troviamo le borse da 32 litri ed il parabrezza più
alto. Le motorizzazioni sono invariate rispetto ai
precedenti modelli se non per aggiornamenti allo scarico e
alla carburazione (tre cilindri 900 da 98CV ed il quattro
cilindri 1200cc da 108CV e 10,6 kgm a 5000giri/min).
Colori disponibili: British Racing Green, Pacific Blue e
Merlot Red.
La nuova Adventurer,
presentata al salone motociclistico di Parigi nel
settembre del 1995, è in sostanza la versione custom della
Thunderbird presentata l'anno precedente. Le modifiche più
evidenti sono: manubrio alto, sella monoposto (a richiesta
biposto), parafango posteriore (stile Harley-Davidson),
marmitte a megafono, motore parzialmente cromato e
serbatoio bicolore con marchio Triumph che riprende il
logo in voga negli anni '60. Dal punto di vista
motoristico non ci sono differenze rispetto alla
Thunderbird. Colori disponibili: Heritage Gold/Ivory e
Violet/Ivory.
In occasione del salone EICMA di Milano, la Numero Tre
presenta, oltre ad alcuni kit di modifica per la Trident e
la Speed Triple, la "special" Thunderbird Sport che sarà
successivamente ripresa dalla casa madre e messa in
produzione:
Motociclismo
Dicembre 1995
1995 - Bozza depliant accessori Triumph Numero Tre
(Grazie a Vanni Fish per la foto)
1995
- Una vista dell'officina Numero Tre di via
Niccolini
(Grazie a Vanni Fish per la foto)
Speed Triple MY1995 al salone di Parigi 1995
Nuova
Adventurer al salone di Parigi 1995
Nuova Trophy al salone di Parigi 1995
1996
Entrano in produzione la
nuova Trophy e la Adventurer presentate ai saloni di
Francoforte e Parigi dell'anno precedente. Con l’arrivo
della nuova Trophy l’azienda decide di portare all’interno
dello stabilimento la costruzione e l’assemblaggio delle
borse dedicate.
1996 - Triumph Adventurer
(dal catalogo ufficiale Triumph 1996)
1996 - Triumph Trophy (dal
catalogo ufficiale Triumph 1996)
1996 - Triumph Daytona
Super III (dal catalogo ufficiale Triumph 1996)
1996 - Triumph Trident (dal
catalogo ufficiale Triumph 1996)
1996 - Triumph Thunderbird
(dal catalogo ufficiale Triumph 1996)
1996 - Triumph Sprint 900
(dal catalogo ufficiale Triumph 1996)
La richiesta di mercato è superiore alla capacità
produttiva dello stabilimento (15.000 moto all’anno in
linea con la produzione annua della Ducati), motivo per il
quale Triumph inizia a costruire una seconda unità
produttiva per poter raggiungere le 50.000 moto/anno.
Iniziano le esportazioni nei mercati della Malesia e
Thailandia. La motocicletta con telaio #40.000 (una Trophy
1200 per l'Australia) esce dallo stabilimento nel mese di
aprile del 1996.
L’azienda si dota di un nuovo, moderno, impianto di
verniciatura e da questo momento tutte le verniciature
sono effettuare in casa (in precedenza parte del lavoro
era affidato a fornitori esterni). Il nuovo impianto, che
occupa il doppio dello spazio del precedente, entra in
funzione il 19 agosto 1996. La maggior parte delle carene
e parafanghi provengono, grezzi, dallo specialista
italiano Acerbis, fornitore di Triumph fin dal 1992, i
pannelli delle Trident sono costruiti a Coventry mentre i
parafanghi arrivano da un altro fornitore di
Stratford-on-avon.
1996 - Triumph Factory
(motori)
1996 - Triumph Thuderbird
Nel mese di settembre
nasce il Riders Association of Triumph (RAT) il club che
riunisce tutti i possessori di motociclette Triumph e, con
l’occasione, viene stampato il primo numero di "Torque",
la rivista ufficiale del RAT. Il nome più ovvio per il
nuovo club, “Triumph Owers Motorcycle Club”, non poté
essere utilizzato in quanto già in uso dall'omonimo TOMCC
fondato nel 1949.
1997 - Logo RAT
Jack Lilley porta in gara al Production TT di Man una
Daytona 900: è il primo ritorno di Triumph nelle
competizioni ad alto livello.
Nel 1996 muore all'età di 88 anni Bert Hopwood che, oltre
a essere stato in Triumph/Bsa dal 1964 al 1973, è anche il
papà di alcune delle più famose moto inglesi di tutti i
tempi fra cui ricordiamo la Trident/Rocket tre cilindri,
la Norton Dominator e la BSA A10. Hopwood è inoltre autore
"Whatever Happened to the British Motor Cycle Industry?"
il libro che racconta la storia del declino dell'industria
motociclistica inglese e che vi consiglio di leggere.
Nel corso del 1996 viene
prodotto un lotto limitato di 200 Sprint Sport che
differiscono dalla versione Standard per il motore nero,
la forcella anteriore regolabile della Daytona, i semi
manubri e gli scarichi alti.
Nel 1996 arriva nelle edicole il primo numero della
rivista italiana Super Wheels all’interno del quale sono
pubblicate alcune foto dei prototipi del nuovo progetto
T509 Speed Triple / T595 Daytona che verrà svelato al
pubblico in occasione del Salone di Colonia del 1996. I
prototipi vengono fotografati durante i test svolti presso
l'aeroporto RAF che si trova vicino allo stabilimento
Triumph.
1996 - Prototipo Speed
Triple T509 (da SuperWheels)
Curiosamente, sempre nella
stessa rivista, sono pubblicate delle foto che ritraggono
i collaudatori della casa inglese mentre testano un
prototipo denominato RD900 una cruiser per il mercato
americano derivata dalla Thunderbird dalla quale si
differenzia per il manubrio orizzontale, per i due
silenziatori posti sul lato destro e per la nuova sella.
Questo prototipo non entrerà mai in produzione.
1996 - Prototipo
Thunderbid Cruiser RD900 (da SuperWheels)
Il reparto ricerca e
sviluppo Triumph inizia il progetto di un quattro cilindri
600 cc che equipaggerà, nel 2000, la sportiva TT600. Le
prime prove al banco di questo propulsore inizieranno nel
gennaio del 1998.
Nel 1996 le varie indagini
di mercato indicavano una forte tendenza al ritorno dello
stile "retrò" per il nuovo millennio: Triumph, non volendo
farsi trovare impreparata, inizia a pensare alla nuova
Bonneville. Chi coinvolgere nel nuovo progetto? Le persone
che lavorarono sulle ultime Bonneville di Meriden (inizio
anni ’80) non c'erano più: nel '96 infatti solo tre operai
del vecchio stabilimento di Meriden lavorano a Hinckley e
più precisamente nel reparto acquisti e verniciatura. Si
decide quindi di rivolgersi ad un giovane designer di 29
anni che disegnerà, con successo, la Bonneville del 2000.
Il budget iniziale per il nuovo progetto è di oltre 16
milioni di dollari. Nel mese di aprile del 1997 inizia
ufficialmente il progetto Bonneville bicilindrico e a metà
estate, con la linea guida del progetto definita, i due
team dedicati alla ciclistica e al motore iniziano a
lavorare.
Qui di seguito riportiamo
alcune fotografie estratte da "Triumph
Motorcycles: Their Renaissance and the Hinckley Factory"
di John Tipler
che vi consiglio caldamente di leggere:
1996
- Produzione Triumph (Adventurer)
1996
- Produzione Triumph
1996
- Produzione Triumph (Thunderbird)
1996
- Analisi gas di scarico (Adventurer)
1996
- Reception Hinckley
1997
Anno importante per il marchio inglese grazie alla
commercializzazione delle nuove Speed Triple T509 e
Daytona T595 presentate in anteprima in occasione del
salone di Colonia del 1996: queste due nuove motociclette
rappresentano la seconda generazione Triumph e non
condividono praticamente nessuna parte con i modelli
precedenti.
Con la nuovissima Daytona
T595 la casa inglese spera di inserirsi nuovamente nel
mercato delle supersportive dove le regine del tempo sono
la Ducati 916 e la Honda Fireblade CBR 900RR. Poche
settimane dopo la presentazione a Colonia alla fine del
1996, la T595 viene presentata al Nec Show di Birmingham
con già una lista di 800 ordini, e dopo il NEC il numero
di moto ordinate salì a 1400. La motocicletta Triumph con
telaio #50.000 è una Daytona T595 prodotta nel marzo del
1997.
1996
- Assemblaggio prototipo Speed Triple T509 per il
salone NEC
(foto
tratta da "Triumph Motorcycles: Their Renaissance and
the Hinckley Factory" di John Tipler)
Assieme alla nuova
Daytona T595, è disponibile anche la nuova Speed Triple
T509. Si tratta di una Daytona T595 spogliata della
carenatura integrale e personalizzata con un manubrio alto
(stile cross) e da quel caratteristico doppio fanale
cromato solidale con il telaio che la renderà
riconoscibile tra mille (disponibili come optional il faro
singolo ed i semi manubri). Rispetto al propulsore 955
della Daytona T595, il
trecilindri della Speed Triple si differenzia per la
cilindrata diminuita a 885cc ottenuta con la riduzione
dell'alesaggio, il diverso diagramma di distribuzione,
valvole di diametro ridotto (da 32,5 a 30mm l'aspirazione,
da 28 a 26mm quelle di scarico) ed una diversa mappatura
della centralina. Della vecchia Speed Triple monofaro
rimane solo la grafica del nome riportato nel codone: la
potenza passa da 98 a 108 cv dichiarati (in realtà sono
una decina in meno e quindi in linea con la precedente
T309), l'iniezione prende il posto dei carburatori mentre
il peso scende di oltre 25 kg arrivando a quota 196 kg. E'
la prima volta che un forcellone monobraccio viene
utilizzato per una naked di serie. Le prime Speed T509
presentate avevano alcune peculiarità: telaio lucidato,
radiatore acqua di forma più larga e meno alta, radiatore
olio in posizione inclinata. In breve tempo diventerà la
Triumph più venduta.
Se volete approfondire la
storia di queste motociclette visitate le pagine dedicate
alla Speed Triple T509
e alla Daytona T595
del sito Fedrotriple.it.
1997 - Daytona T595
1997 - Speed Triple T509
Motociclismo Marzo 1997
Escono di produzione la
Daytona 900, la Daytona Super III e la "vecchia" Speed
Triple T309 mentre la Daytona 1200 è disponibile fino a
fine anno.
Nel mese di giugno il
trentanovenne Nick Sanders fa registrare il nuovo record
mondiale di circumnavigazione del globo terrestre in sella
alla sua Daytona 900. Per compiere tutto il tragitto di
oltre 32.000 km impiega 31 giorni e 21 ore.
Nel mese di Agosto MCN
annuncia il nuovo progetto di Triumph: la sportiva TT600
spinta da un quattro cilindri 600cc da 110 CV basata
sulla tecnologia della Daytona T595. Lo stesso articolo
riporta anche l'abbandono di due possibili progetti
futuri: una Daytona 750 e di un nuovo motore trecilindri
da 680cc (in realtà quest'ultimo arriverà qualche anno
dopo con la Daytona 675).
Nel mese di ottobre la
rivista Motor Cycle News assegna a Triumph il premio
"Motorcycle Manufacturer of the Year". Sempre in ottobre
la rivista inglese "Classic Bike" pubblica una bozza di
un bicilindrico della futura Bonneville: voci sempre più
consistenti annunciano la rinascita della motocicletta
che porta il leggendario nome del lago salato.
Più di 11.000 motociclisti hanno visitato lo stabilimento
di Hinckley dal 1991. L'azienda impiega 350 dipendenti, si
lavora in due turni dalle otto di mattina alle 23 di sera
producendo circa 80 motociclette vendute in oltre 35 paesi
nel mondo. Più del 40% dei componenti necessari
all’assemblaggio delle motociclette vengono prodotti in
casa. Lo stabilimento è dotato della più moderna
tecnologia disponibile all’epoca dalla progettazione CAD
(computer-aid-design) alla produzione CAM
(computer-aid-manufacturing). Ad Hinckley la gestione
della qualità aziendale si basa sul sistema Kan-Ban
giapponese. Il 45% della produzione viene venduta in
Germania, il 27% è per il mercato interno, l’11% viene
esportata in Francia: altri due mercati importanti sono la
Grecia e l’Australia.
Nel 1997 la Numero Tre,
importatrice Triumph in Italia, è il quinto distributore
al mondo delle motociclette inglesi dopo Inghilterra,
Stati Uniti, Germania e Francia.
1996 - Arrivo della prima
Triumph Daytona T595 ad Arese, sede della Numero Tre
Al salone motociclistico di Milano (EICMA) vengono esposte
le novità per il 1998: Thunderbird Sport, la Sprint
Executive e la Sprint Sport (quest’ultima già in vendita
nel 1997 in UK).
1997 - Triumph MY1998
esposte al Salone di Milano del 1997
1997 - Triumph Trident 900
(dal catalogo ufficiale Triumph 1997)
1997 - Triumph Speed Triple
T509 (dal catalogo ufficiale Triumph 1997)
1997 - Triumph Daytona T595
(dal catalogo ufficiale Triumph 1997)
1997 - Triumph Daytona 1200
(dal catalogo ufficiale Triumph 1997)
1997 - Triumph Trophy 1200
(dal catalogo ufficiale Triumph 1997)
Thunderbird Sport
La Thunderbird Sport,
presentata al salone di Milano l'anno precedente, è
caratterizzata dal doppio scarico sovrapposto che riprende
la linea dalla mitica X-75 Hurricane disegnata da Craig
Vetter. Il progetto iniziale prevedeva tre silenziatori
sovrapposti come la Hurricane X-75, ma le norme di
omologazioni hanno richiesto la riduzione a due soli
scarichi. Derivata dalla Thunderbird, la versione Sport ha
una linea più sportiva ed un motore con prestazioni
adeguate alla nuova linea. La potenza passa da 70 a 83 CV
grazie ad un nuovo diagramma di distribuzione. Il cambio
passa da cinque a sei marce, mantenendo gli stessi
rapporti di trasmissione, la sesta è infatti utilizzata
come overdrive. Come per il resto della gamma trecilindri,
la batteria di carburatori è fornita da Keihin. Il
forcellone posteriore è leggermente più lungo ed il cerchi
sono da 17" anziché 18" (ant) e 16" (post) della versione
standard. La forcella anteriore guadagna la regolazione in
compressione e precarico oltre ad un'escursione maggiore,
così come il mono posteriore. L'impianto frenante
anteriore è dotato di due dischi da 310mm anziché singolo.
Caratteristici i coperchi dei filtri aria cromati e
forati, così come le leve freno e frizione regolabili in
quattro posizioni. Colori disponibili Racing Yellow/Jet
Black e Tornado Red/Jet Black. L'idea originale della
Thunderbird Sport è di Carlo Talamo, il geniale
importatore italiano, che partendo dalla Thunderbird di
produzione crea una piccola seria di trenta special in
chiave sportiva diverse l'una dall'altra.
1998 - Triumph
Thunderbird Sport
Sprint Executive
Sempre all’EICMA del 1997
è presentata la nuova Sprint Executive votata al turismo e
caratterizzata dalla presenza delle borse laterali e da un
nuovo monoammortizzatore posteriore regolabile nella
compressione e nell'idraulica. I colori disponibili sono
Pacific Blue, Platinum, Volcanic Red e British Racing
Green. A catalogo è presente anche la Sprint Sport
caratterizzata da scarichi più performanti, da mezzi
manubri più bassi, dalle sospensioni completamente
regolabili. La Sport è disponibile in Tornado Red e Jet
Black.
1998 - Triumph Sprint
Executive
1997 - Una pagina del sito
Web Triumph
1997 - Triumph Trident 900
(grazie a Stefano)
1997 - Listino prezzi
Triumph
1998
Con l'avvento del 1998
tutti i motori a tre cilindri sono alimentati dai nuovi
carburatori KEIHIN CVK da 36mm che sostituiscono i
precedenti MIKUNI BST 36 (dal telaio #62.507). Le Trident
750 e 900 sono disponibili nelle colorazioni blu (750),
blu/argento e nero/rosso (900) e guadagnano fianchetti,
codino, e maniglie passeggero della Sprint. Il 1998 è
l'ultimo anno di produzione per le Trident e la Sprint.
1998 - Anticipazioni Sprint
ST e Falcon T806 (la futura TT600)
1998 - Linee di produzione
Triumph
Viene festeggiata la motocicletta numero #70.000, mentre
nel 1999 scenderà dalla linea di produzione la
motocicletta #90.000.
Nel maggio del 1998 viene presentata al pubblico la nuova
Legend TT che, a detta della casa inglese,
rappresenta il meglio delle motociclette classiche Triumph
unendo lo stile retrò alla tecnologia moderna e praticità
d'uso senza dimenticare il prezzo di listino molto
competitivo. Divententerà il modello base della gamma
Triumph vista l'uscita di produzione della Trident 750.
Derivata dalla Thunderbird si differenzia per i cerchi da
17" (come per la TSport) e per la verniciatura in nero del
motore. La sella 3cm più bassa della Thunderbird standard
aumenta la manovrabilità alle basse velocità. L'impianto
di scarico è lo stesso della TSport. È disponibile un kit
di depotenziamento per rientrare nel limite dei 34CV
richiesto dalle nuova patente A europea. Colori
disponibili: Imperial Green, Cardinal Red e Obsidian
Black.
Nel luglio del 1998 a fronte di una richiesta di mercato,
e probabilmente anche per smaltire del materiale in casa,
Triumph mette in produzione un lotto "limited edition" di
circa 250/300pz (dato ufficiale non disponibile) della
mitica Daytona 1200 da 147 CV. Queste motociclette
sono esteticamente caratterizzata dalle decals e cerchi
oro abbinati alla carrozzeria nera, dalle pinze anteriori
a sei pistoncini della Super III, dal coprisellino
posteriore di serie e dalla targhetta con il numero
progressivo della serie limitata. La produzione viene
dirottata nel mercato inglese ed americano:
1998 - Triumph Daytona 1200
Limited Edition
La Daytona T595 vince la gara "Pro Thunder" alla Daytona
Racer Week.
Al Salone di Colonia la Triumph presenta in
anteprima le Sprint ST e Tiger aggiornate con un nuovo
telaio.
1998 - Salone di Colonia
1998 - Salone di Colonia
Triumph Adventurer
1998 - Salone di Colonia
Triumph Legend TT
1998 - Salone di Colonia
Triumph Speed Triple T509
1998 - Salone di Colonia
Triumph Trophy
Sprint ST MY1999
La nuova Sprint ST,
presentata al salone di Monaco del 1998, è la tourer
sportiva di casa Triumph e viene riprogettata da zero
prendendo a piene mani dalla tecnologia dalla Daytona
955i. Caratterizzata dal nuovo telaio perimetrale in
alluminio, la Sprint ST è spinta dal motore trecilindri
955i già montato della Daytona rispetto al quale si
differenzia per le camicie dei cilindri in acciaio
anziché in alluminio e pistoni di diversa fattura.
Cambia anche la mappatura della centralina e il
diagramma di distribuzione. Il motore, che in questo
modello risulta parte stressata della ciclistica, è in
grado di erogare 110 CV a 10.500 giri. Oltre alla
carenatura dalle avvolgenti linee, la Sprint ST si
caratterizza dallo splendido monobraccio posteriore in
alluminio e dal silenziatore in alluminio regolabile in
due posizioni: una bassa per il montaggio delle valigie
rigide e una alta più sportiva. Il nuovo progetto ha
permesso anche di ridurre il peso complessivo della moto
rispetto alla precedente versione a carburatori: l'ago
della bilancia si ferma a 207 kg. Adeguata all'utilizzo
la capacità del serbatoio da 21 lt.
Sprint ST 995cc ad
iniezione al Salone di Colonia del 1998
Tiger MY1999
Altra novità per il 1999, sempre presentata al Salone di
Monaco del 1998, è la nuova versione della Tiger:
completamente riprogettata, più leggera (5kg), più
confortevole e dotata del propulsore 885cc ad iniezione
della serie T5 precedentemente montato sulla Speed
Triple T509 e opportunamente rivisto per aumentarne la
coppia ai medi regimi e depotenziato a 87 CV. L'enduro
di casa Triumph ha nuovo motore, nuovo telaio, nuove
sovrastrutture, nuovi freni, nuove sospensioni. Rimane
invariato solo il nome. Il nuovo telaio tubolare
perimetrale in acciaio, in cui il motore funge da parte
stressata, permette il riposizionamento in basso del
serbatoio del carburante e una sella regolabile in
altezza (da 840 a 860mm). Il forcellone posteriore è in
lega d'alluminio con regolazione della tensione catena
ad eccentrico. L'impianto frenante, completamente nuovo,
è dotato di doppio disco anteriore da 310mm (precedenti
da 276mm). Disponibili numerosi accessori dedicati per
il turismo come le tre valige in tinta. Il serbatoio da
24 lt garantisce una ottima autonomia. La nuova Tiger è
stata ottimizzata per l'utilizzo su strada sacrificando
la guidabilità in off-road, filosofia seguita anche
dalla concorrenza di quegli anni: Honda Varadero, Africa
Twin, Yamaha TDM e Cagiva Gran Canyon.
Tiger 885cc ad iniezione
al Salone di Colonia del 1998
Nel frattempo, in azienda, si
procede anche con il progetto Bonneville e nel
mese di agosto è pronto il primo modello statico in scala
reale che viene presentato al marketing. Un secondo
esemplare statico, modificato in funzione dei feedback
ricevuti è disponibile a novembre. Il primo prototipo del
nuovo motore bicilindrico inizia a girare sul banco prova
nel mese di dicembre mentre il primo prototipo completo è
pronto nel mese di marzo del 1999, mese in cui iniziano i
primi test. A luglio sei sono i prototipi Bonneville
utilizzati dai collaudatori per lo sviluppo. Di questi
prototipi due sono destinati allo sviluppo della
ciclistica mentre gli altri quattro serviranno ad affinare
il nuovo motore bicilindrico. L'ultima revisione del
progetto avviene nel settembre del 1999, i test finali
saranno completati nel luglio del 2000 poco prima della
presentazione ad Intermot 2000.
1° Triumph Day -
Vairano
Il primo T-Day è in realtà un Triumph/Buell Day e risale a
marzo del 1998. E' organizzato dai ragazzi di Carlo Talamo
nel circuito di Vairano di Vidigulfo (PV) in
collaborazione con la rivista SuperWheels. All'evento
parteciparono 235 moto (di cui 46 buell)! In pista anche
una BSA/Triumph tre cilindri 750cc portata in pista da
Gianfranco Bonera!
Gianfranco Bonera in sella
ad una vecchia BSA in occasione del primo T-Day del 1998
1998 - Triumph Daytona 955i
(dal catalogo ufficiale Triumph 1998)
1998 - Triumph Speed
Triple T509 (dal catalogo ufficiale Triumph 1998)
1998 - Triumph Trophy 1200
(dal catalogo ufficiale Triumph 1998)
1998 - Triumph Trident 900
(dal catalogo ufficiale Triumph 1998)
1998 - Triumph Thunderbird
Sport (dal catalogo ufficiale Triumph 1998)
1998 - Triumph Thunderbird
(dal catalogo ufficiale Triumph 1998)
1998 - Triumph
Adventurer (dal catalogo ufficiale Triumph 1998)
1998 - Triumph Sprint Sport
(dal catalogo ufficiale Triumph 1998)
1998 - Pubblicità Triumph
Speed Triple T509
1999
La fine del decennio vede
anche una crescita della struttura produttiva, con il
completamento di un secondo stabilimento a Hinckley
(Factory 2 o T2), dove nel settembre del 1999 vengono
installate le prime attrezzature produttive. Lo
stabilimento T2 sorge a poco più di un chilometro dal
vecchio T1 ed è circa quattro volte più grande.
All’interno del nuovo stabilimento è presente un
nuovissimo banco di prova dinamico che permette di
simulare le più svariate condizioni di test senza in
realtà spostare la motocicletta dalla fabbrica (in
precedenza le motociclette venivano testate in opportune
strutture esterne): il banco, denominato "SuperFlow
CycleDyn", è completamente gestito da un specifico
software che permette di "programmare" le svariate
sequenze di test. In questo nuovo stabilimento, nel 2001,
verranno spostate le linee di montaggio di tutti i motori.
1999 - Il nuovo il banco
"SuperFlow CycleDyn" in azione
Tre sono i nuovi modelli che entrano in produzione nel
1999: la Legend TT, la Sprint ST e la nuova Tiger ad
iniezione. La Thunderbird Sport esce (momentaneamente) di
produzione. La Daytona è ribattezzata 955i in sostituzione
della vecchia denominazione T595 così come la Speed Triple
T509 diventa Speed Triple 955i con la cilindrata che sale
da 885 a 955cc. Il tre cilindri ad iniezione 955i è
aggiornato con la modifica dell'impianto di alimentazione
allo scopo di migliorarne l'erogazione alle aperture
minime del comando del gas. In particolare si segnala la
nuova inclinazione delle valvole del corpo farfallato (5°
anziché 12°), il nuovo motorino "stepper" del by-pass del
aria di aspirazione ed il nuovo airbox assemblato con viti
(qualità costruttiva, manutenzione e tenuta migliorata).
Per alcuni mercati inoltre è installato un catalizzatore
con sonda lambda (closed loop catalytic converter).
Aggiornati anche gli alberi a cammes ed i collettori di
scarico. Parlando di ciclistica va segnalato il nuovo mono
ammortizzatore posteriore.
1999 - Triumph Legend TT
1999 - Triumph Sprint ST
1999 - Triumph Tiger
iniezione
1999 - Triumph Daytona
955i
1999 - Triumph Speed
Triple T509 955cc
1999 - Triumph
Thunderbird Sport
1999 - Triumph
Thunderbird
1999 - Triumph Adventurer
Aggiornamenti tecnici anche per le Trophy che presentano
nuove grafiche, nuova stampella laterale, nuovo manubrio
in alluminio e parte della carenatura anteriore e del
posteriore modificate per migliorare il comfort di marcia.
Per la sola versione 1200cc sono aggiornati alcuni
componenti interni al motore e montati nuovi carburatori.
TT600
Al salone motociclistico
di Birmingham del novembre 1999 viene presentata la TT600
la prima sportiva quattrocilindri di Triumph: si tratta
della prima 600cc di serie al mondo ad utilizzare
l'iniezione elettronica (Sagem MC1000) se si esclude la
Bimota YB9 SRI destinata a pochi fortunati clienti.
1999 - Triumph TT600 al
Salone di Birmingham (novembre)
199? - Bozzetti Triumph
TT600
1999 - Triumph TT600 al
Salone Motor Show di Bologna (dicembre)
1999 - Uno degli esemplari
pre-serie TT600 in prova
Con la nuova TT600
(inizialmente il progetto era conosciuto come T600/4 o
come T6 Falcon) Triumph si dimostra essere l'unica casa in
grado di lanciare la sfida nel settore motociclistico più
combattuto dominato dai costruttori giapponesi. Il nuovo
motore da 108CV a 12.750 giri/min, dotato di centralina
elettronica multipoint all'avanguardia SAGEM, è abbinato
ad un nuovo telaio a doppia trave in alluminio progettato
per l'ottenimento delle massime prestazioni in fatto di
stabilità e maneggevolezza per la guida in circuito (il
peso del nuovo telaio è pari a 12,6 kg completo di reggi
sella). Per la forcella anteriore pluriregolabile, a steli
rovesciati da 43mm, la casa inglese si affida al fornitore
storico Kayaba. Il monoammortizzatore posteriore è Showa,
pluriregolabile con leveraggi progressivi. L'impianto
frenante è costituito all'anteriore da due dischi da 320mm
con pinze a quattro pistoncini (Nissin). Compatto
l'interasse e peso contenuto in 170 kg a vuoto
(dichiarato). I collaudi per la definizione delle quote
ciclistiche vengono svolti dai tecnici Triumph con un
telaio prototipo su cui viene montato il quattrocilindri
della Kawasaki ZX-6R, in attesa che venga pronto il nuovo
propulsore inglese. La moto concorrente presa come
riferimento per lo sviluppo è invece la Yamaha YZF-R6.
L'inizio produzione è pianificato per il mese di gennaio
2000. I piani iniziali prevedevano di produrre circa 4000
unità all'anno, purtroppo la TT600 non raggiungerà mai il
successo sperato: il pubblico infatti non riconoscerà alla
TT600 la personalità che ha sempre contraddistinto il
marchio inglese, bollando la TT600 come un clone delle
quattrocilindri giapponesi.
Al salone motociclistico di Milano viene presentata la
nuova Sprint RS e parte della gamma 2000. Nelle foto (di
Motociclismo) sono ritratte: la Thunderbird sport con
nuovi colori e nuovo impianto di scarico con un
silenziatore per lato, nuove grafiche per la Adventurer,
il MY2000 della Speed Triple e Daytona con ruote
verniciate color alluminio, il silenziatore in acciaio a
sezione circolare e le nuove grafiche.
Triumph Numero Tre al
Salone EICMA 1999
Salone EICMA 1999
Salone EICMA 1999 - Nuova
Sprint ST MY2000
Salone EICMA 1999 -
Thunderbird MY2000
Salone EICMA 1999 - Speed
Triple MY2000
Salone EICMA 1999 -
Thunderbird Sport MY2000
Salone EICMA 1999 -
Adventurer MY2000
2000
Nel gennaio del 2000, a
dieci anni dalla rinascita Triumph, è prodotta la moto con
il telaio #100.000: si tratta di una Sprint RS Lucifer
Orange regalata a Carlo Talamo della Numero Tre come segno
di riconoscimento per la grande crescita del mercato
Triumph in italia.
2000 - Carlo Talamo e la
Triumph RS 100.000
Il sito web della Numero
Tre, l'importatore italitano delle motociclette Triumph,
viene aggiornato e con l'occasione è creato il mitico
Forum che ha il merito di aver creato la prima comunità
virtuale di appassionati delle motociclette inglesi.
2000 - Pubblicità sito web
Numero Tre e relativo forum
Con il 2000 inizia la
produzione della TT600 e della nuova Sprint RS presentate
nel corso del 1999. Per maggiori informazioni sulla storia
della Sprint RS vi rimando alla relativa pagina di
fedrotriple Sprint RS
(2000).
2000 - Linea produzione
Triumph Hinckley
La Daytona 955i si differenzia rispetto al modello
precedente per l'interasse più corto di 15mm, le nuove
grafiche, il colore grigio prende il posto del nero ed il
nuovo silenziatore in acciaio.
Nel nuovo stabilimento thailandese si inizia la produzione
dei telaietti posteriori, dei collettori di scarico e di
altre parti secondarie mentre a Hinckley si raggiungono le
125 motociclette prodotte giornalmente grazie anche allo
spostamento di parte delle linee produttive da Factory1 a
Factory2.
Bonneville
Al salone Intermot di
Monaco del Settembre 2000 viene presentata alla stampa
mondiale la nuova Bonneville dopo ben 13 anni dall'uscita
di produzione della bicilindrica prodotta da Lee Harris
(su licenza di Bloor).
Con un evocativo motore
bicilindrico parallelo, raffreddato ad aria, la nuova
Bonneville combina il look, le sensazioni e il carattere
della leggendaria T120 degli anni ’60. Il responsabile del
mercato estero, Ross Clifford, dichiarò "Tutti
chiedevano una Legend più leggera, tanti volevano una
moto semplice da guidare, una entry level come si dice
ora in campo automobilistico".
I tecnici dell'azienda
inglese si sono fortemente ispirati per le sovrastrutture
alla Bonneville del 1968 mentre il motore esteticamente è
molto simile a quello della prima T120 del 1959. Il nuovo
bicilidrico 790cc, pur mantenendo l’estetica classica del
bicilindiro 650cc degli anni ’60, è un motore moderno: la
lubrificazione è a carter umido anziché a carter secco,
l'avviamento è elettrico, la distribuzione bialbero
comanda quattro valvole per cilindro a differenza della
prima T120 che aveva due valvole per cilindro comandata da
aste e bilancieri. Ad alimentare i due cilindri troviamo
sempre due carburatori dotati però preriscaldamento
elettrico e sensori di apertura che permettono di regolare
l'anticipo in funzione dell'apertura delle farfalle in
modo da addolcire l'erogazione. Il cambio è a 5 rapporti
ovviamente integrato nel carter nonostante la loro forma
ricordino fortemente i primi modelli del '59 “pre-unit”
ossia con cambio separato. Il moderno twin raffreddato ad
aria eroga 62 CV che abbinati al peso di quasi 20kg
aggiuntivi rispetto alla prima T120 rendono questa
motocicletta tranquilla e facile da guidare (ricordiamo
che negli anni '60 la Bonneville era considerata una
ipersportiva l'equivalente delle odierne R1, GSX-R, Ninja,
etcc).
Caratteristica della
Bonneville MY2000 sono i copri carter cromati, che negli
anni successivi saranno riservati alla versione T100. Il
successo fu immediato, in Inghilterra infatti sarà la
Triumph più venduta nel 2001, e porterà negli anni alla
realizzazione di molte varianti (America, Speedmaster,
Scrambler e Thruxton). Maggiori informazioni sulla storia
della Bonneville sono disponibili nella pagina di
fedrotriple Bonneville
(Carb.).
2000 - Triumph TT600
2000 - Triumph
Thunderbird Sport
2000 - Triumph Tiger 955
2000 - Triumph Sprint ST
2000 - Triumph RS
2000 - Triumph Speed
Triple 955i
2000 - Triumph Daytona
955i
2000 - Triumph Adventurer
2000 - Contatti
telefonici Triumph Hinckley
2000 - Listino prezzi
Triumph in Italia
LINK consigliati:
Se volete approfondire
la storia di questo incredibile decennio della casa
inglese vi consiglio di leggere le seguenti pagine di
fedrotriple.it:
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